Troppo facile dire ora tutto il male possibile di Berlusconi, specialmente da parte di chi fino a 5 minuti fa, lo adorava:
Ritagli di Concetto Vecchio
Mollato dalle donne
Non sembrano esserci più speranze per lui: questione di ore, e se ne andrà. Lo ha annunciato Giuliano Ferrara poco fa. Alla fine lo hanno mollato anche le pasionarie della prima ora, quelle che lo veneravano, come Giustina Destro, ora leader dei ribelli, che raccontò a Monica Setta di Amica: “Pensi, una volta, saputo che ero a Roma per una riunione l’ho visto piombare all’improvviso “solo per un saluto”. Dite voi: cosa si può avere di più? Un grande leader, pieno di charme”. La modenese Isabella Bertolini, che gli ha voltato le spalle via lettera,
per anni e anni, ogni giorno che Dio mandava in terra, inondava le redazioni di comunicati fanaticamente pro-Silvio e fanaticamente anti-sinistra, al punto che se saltava un turno i cronisti se ne preoccupavano; poi improvvisamente si fece silenziosa, fino a scomparire. Era successo questo: a lei, capace di scrivere una legge anche complessa, il premier aveva preferito le nuove amazzoni con il tacco 12. E poi Gabriella Carlucci, a cui dedicammo il Ritagli del 19 aprile, perché aveva detto che il Silvio del bunga bunga era un mito per i suoi figli adolescenti? Il suo addio fa più rumore di tutti. Una bomba! Una mossa alla quale non potrebbe essere stato estraneo Cirino Pomicino – la cui ombra si staglia dietro l’attuale migrazione dal Pdl all’Udc – perché quando le sorelle Carlucci lavoravano in Rai “qualche telefonata l’avrà pur fatta”, come raccontò Gabriella a Claudio Sabelli Fioretti. L’episodio è narrato in Tribù di Gian Antonio Stella, Mondadori 2001.
Scorrono i titoli di coda di un brutto film durato 17 anni: perfino Alfano, Letta e Verdini hanno alzato bandiera bianca. Fino all’ultimo Berlusconi ha parlato delle riforme che intende approvare da qui al 2013 o giurato – suprema vergogna – che la crisi da noi non c’è, “perché i ristoranti son pieni”. Frasi analoghe, guarda caso, le aveva pronunciate l’attore Massimo Boldi il 4 settembre scorso: “Ma se davanti ai locali il sabato sera trovi la fila dei macchinoni: sono sessant’anni che sento ripetere le stesse cose”. Questa consonanza di analisi tra il Cavaliere e Cipollino in fondo ci dice che alla fine tutto torna laddove tutto era cominciato: a Drive In.
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