lunedì 28 novembre 2011

ADRIANO OLIVETTI ED IL SOGNO DI UNA POLITICA DIVERSA

Adriano Olivetti pensava ad un nuovo ruolo dei partiti, e sosteneva:
“Alla fine del fascismo la maggior parte degli intellettuali vedeva nei partiti uno strumento di libertà. Io no. Sono organismi che selezionano personale politico inadeguato. Un governo espresso da un Parlamento così povero di conoscenze specifiche non precede le situazioni, ne è trascinato. Ho immaginato una Camera che soddisfi il principio della rappresentanza nel senso più democratico; e poi sappia scegliere ed eleggere un senato composto delle persone più competenti di ogni settore della vita pubblica, della economia, dell’architettura, dell’urbanistica, della letteratura”.

Alla luce di quanto sopra bisogna dire che ci aveva proprio azzeccato, visto il disastro che i partiti hanno creato in questi 50 anni di presunta democrazia, la realtà è che hanno pensato solo a loro stessi, ai propri miseri interessi e poco o nulla si sono preoccupati dei veri problemi, hanno preferito tergiversare, aspettare, delegare e così un pò alla volta si è generato il disastro che è sotto l'occhio di tutti noi.

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