mercoledì 14 dicembre 2011

PAURA E DISGUSTO A LAS VEGAS


HUNTER S.TOMPSON – PAURA E DISGUSTO A LAS VEGAS

Una divina commedia alla mescalina
Pubblicato nel 1971 sulla mitica rivista musicale "Rolling Stones", Paurra e disgusto a Las Vegas è un libro cult di un'intera generazione, quella che nei primi anni settanta si riconosceva nei miti del viaggio, della droga, della musica rock e della ribellione a una società basata sul consumo e sul conformismo. Racconta di un viaggio compiuto, nel 1971 ,da un giornalista sportivo accompagnato dal suo avvocato, a bordo di una vistosa Chevrolet rossa decappottabile. La meta è Las Vegas, la capitale del gioco d'azzardo e del più sfavillante e perverso conformismo americano, dove si tiene
la Mint 400, una famosa e sgangherata corsa di moto e Dune-Buggy. Lo scopo dichiarato è quello di "scovare il Sogno Americano". Fin dall'inizio il viaggio si rivela allucinante, irriverente, esilarante e disperato. I due eroi, sotto l'effetto di un miscuglio di droghe che non teme confronti, assistono a una trasformazione totale della realtà, che assume le più imprevedibili sfaccettature, da quelle psichedeliche, colorate, fantastiche del sogno, a quelle grottesche e tragiche dell'incubo e della disperazione. Romanzo di grande potenza narrativa, scritto con uno stile lucido e incalzante, sorretto da dialoghi strepitosi, disegna un magistrale quadro dell'America di quegli anni, l'America degli sconfitti, persi in un baratro che le droghe e i miti andati in frantumi non hanno potuto colmare. Il romanzo è accompagnato da una gustosa e imprevedibile "Piccola Enciclopedia Psichedelica", tra i cui autori spiccano nomi prestigiosi e inattesi come Alessandro Baricco, Cino Castaldo, Enrico ghezzi, Fernanda Pivano e molti altri.
Da questo romanzo il film di Terry Gilliam con Johnny Depp.

Qui sotto pubblico un estratto del capitolo Back Door Beauty, titolo alquanto equivoco e che darà luogo ad una scena esilarante al limite dell’assurdo, in linea con le vicende del tutto al di fuori delle regole che i due personaggi vivono quotidianamente con la noncuranza e la sfacciataggine tipica di quell’epoca, cioè dei primi anni 70, che io considero il periodo più rivoluzionario di tutto il XX° secolo.


Il mio avvocato stava ancora ridendo quando ripresi una marcia tranquilla, a fari spenti, in un polveroso groviglio di strade secondarie dietro al Desert Inn. "Cristo," disse. "Quegli okies si stavano incazzando. Il tipo sul sedile di dietro cercava di azzannarmi. Merda, aveva la bava alla bocca." Annuì severamente. "Avrei dovuto spruzzargli contro un po' del tuo gas lacrimogeno, al cazzone... un criminale psicopatico, in totale depressione: con questi non sai mai quando stanno davvero per scoppiare." .
Pilotai la Balena in una conversione che avrebbe dovuto portarci fuori dal dedalo - ma invece di sbandare la bastarda quasi cappottò.
"Santa merda!" protestò il mio avvocato. "Accendi quei cazzo di fari!" Si era abbarbicato al montante del parabrezza... e di colpo, ecco che faceva di nuovo lo sputabudella, sbrodolando roba su tutta la fiancata.
Evitai di rallentare finché fui sicuro che nessuno ci stesse seguendo,tantomeno quella Ford: quella gente era decisamente pericolosa, almeno fin tanto che non si fosse calmata un po'. Sarebbero andati a denunciare alla polizia il loro brutto incontro? Probabile di no. Era successo tutto troppo in fretta, e senza testimoni, e c'erano buone possibilità che non venissero creduti comunque. L'idea di due spacciatori di eroina che se ne andavano su e giù per lo Strip su una Cadillac bianca decappottabile a molestare forestieri al semaforo era assurda prima facie. Nemmeno Sonny Liston ha mai dato di fuori fino a quel punto.
Altra svolta secca, e di nuovo ci mancò un pelo che cappottassimo. La Coupe de Ville non è la vettura ideale per zigzagare ad alta velocità nella scacchiera dei quartieri residenziali. La manovra risultava molto fiacca... diversamente dallo Squalo Rosso, che in circostanze che richiedevano rapidi cambi di direzione con massima aderenza aveva risposto assai bene. La Balena invece di uscire via liscia al momento critico aveva la tendenza a piantarsi, il che spiegava la sgradevole sensazione. del: "Ci siamo, ora ci si ribalta."
Sulle prime pensai che fosse solo perché le gomme erano un po' sgonfie, così mi infilai nel distributore Texaco vicino al Flamingo e me le feci pompare tutte e quattro fino a 3 atmosfere e mezzo - cosa che allarmò non poco il benzinaio, finché non gli spiegai che le mie erano gomme "sperimentali".
Ma nemmeno 3 atmosfere e mezzo risolsero il problema delle curve a novanta 'gradi, perciò dopo un po' tornai e gli dissi che volevo pomparle fino a 5. Quello scosse la testa nervosamente. "Non io,"disse, porgendomi il tubo del compressore. "Tenga. Le gomme sono sue. Lo faccia lei."
"Che c'è che non va?" domandai. "Pensi 'che non sopportino 5 atmosfere?" .
Annuì, scansandosi bene mentre mi chinavo sull'anteriore sinistro. "Proprio così." disse. "Queste vanno a 2 atmosfere davanti e a 2 e .2,5 dietro. Cazzo, a 3 e mezzo è pericoloso, ma a 5 è davvero folle. Scoppieranno!"
Scossi la testa e continuai a gonfiare. "Te l'ho già detto," feci. "Questi pneumatici sono stati progettati ai laboratori Sandoz. Sono speciali. Potrei pomparli fino a 7 atmosfere." .
"Per l'amor di Dio!" gemette lui. "Che non le venga in mente di farIo qui."
"Non oggi," ribattei. "Voglio prima sperimentarle in curva a 5" Sogghignò. "Non riuscirà nemmeno, a cominciarla, la curva signore.
"Lo vedremo," dissi, spostandomi con il tubo sulle ruote posteriori.. In realtà ero nervoso. Le due davanti erano tirate come pelli di tamburo; quando ci avevo picchiato sopra con il becco del compressore mi erano sembrate di tek. Ma che cazzo vogliono? pensai. E anche se scoppiano? Non è roba di tutti i giorni poter condurre esperimenti estremi su una Cadillac vergine e sui suoi quattro pneumatici da 80 dollari nuovi di trinca. Per quel che ne sapevo io, dopo avrebbe potuto curvare come una Lotus Elan. E in caso contrario, potevo sempre tornare all'autonoleggio VIP e chiedere un' altra macchina... magari minacciando pure un'azione legale per il fatto che quattro gomme su quattro mi erano scoppiate d'improvviso mentre guidavo in mezzo al traffico. Chiedere una Eldorado, la prossima volta, con quattro Michelin Xs. E accreditare tutto sulla carta... sul conto dei Sto Louis Browns.
Quando finii di pompare, la Balena con la pressione dei pneumatici alterata aveva un aspetto eccellente. La carreggiata era un tantino ruvida; riuscivo a sentire ogni più minuscolo sassolino sull' autostrada, come se fossi sui pattini a rotelle in una cava di ghiaia... ma la macchina cominciò a curvare in un modo molto elegante, come se fosse una motocicletta a tutto fuoco sotto una pioggia fitta: una scivolatina e ZANG, sottosopra, a frullare nel paesaggio con la testa .tra le mani.

………………………………………………………………………………………………………

Il mio avvocato non vomitava più, e non stava nemmeno male. Ordinò il caffè con l'autorità di un uomo abituato da sempre a essere servito in fretta. La cameriera aveva l'aria. di essere una ex mignotta piuttosto vecchia che alla fine aveva trovato il suo posto nella società. Era decisamente la padrona, lì, e ci guardò con ovvia disapprovazione quando ci sistemammo sui nostri sgabelli.Io non ci badavo granché. Il North Star Coffee Lounge sembrava un. rifugio abbastanza tranquillo per le nostre tempeste. Ci sono posti nel quali si entra - In quel tipo di situazione - e si capisce subito che sarà dura. Non è questione di dettagli: quel che si sa è che mentre ci si avvicina alla porta d'ingresso, nel cervello cominciano a ronzare brutali vibrazioni. Qualcosa di orrendo sta per succedere, e ci riguarderà. Ma nell'atmosfera del North Star non c'era nulla che facesse drizzare le orecchie. La cameriera era passivamente ostile, ma a questo io ero abituato. Era un gran donnone. Non grassa, ma grossa in ogni senso, con lunghe braccia nerborute e la mascella da rissaiolo. Una versione sfatta di Jane Russell, una gran testa di capelli neri, viso sfregiato di rossetto ed una quinta misura di zinne che doveva essere stata spettacolosa una ventina d'anni prima, quando lei avrebbe potuto essere un' ottima Mama per il capitolo di Berdoo di Hell's Angels... Ma ora era strizzata in un gigantesco reggipetto elastico rosa che traspariva come un bendaggio dal sottile rayon bianco della divisa. Forse era sposata con qualcuno, ma non ero in vena di fare' congetture. Tutto ciò che volevo da lei, quella notte, era una tazza di caffè nero e un hamburger da 29 centesimi, con cipolle e sottaceti. Niente seccature, niente chiacchiere,solo un posto dove riposarmi e radunare le forze. Non avevo nemmeno fame.
Il mio avvocato. non aveva giornali né ,niente su cui concentrare la propria attenzione. Cosi la fissò sulla cameriera, per noia. Lei stava prendendo le ordinazioni come un robot quando lui perforò la sua scorza con la richiesta di "due bicchieri di acqua ghiacciata - con ghiaccio" .
Il mio avvocato si bevve il suo in un unico lungo sorso, poi ne chiese un altro. La cameriera sembrava tesa. Vaffanculo, pensai. Stavo leggendo i fumetti. Circa dieci minuti dopo, quando ci .portò gli hamburger, vidi che il mio avvocato le allungava un tovagliolo con su scritto qualcosa. Lo fece con gran disinvoltura, senza espressioni particolari sul viso. Ma sapevo, grazie alle vibrazioni, che la nostra pace stava per essere spaz¬zata via. "Cos' èra?" gli domandai.
Scrollò le spalle, sorridendo vagamente alla cameriera che se ne stava tre metri più in là, all' estremità del bancone, dandogli le spalle mentre esaminava il tovagliolo. Alla fine si girò e si mise a fissarci... quindi venne avanti risolutamente e tirò il tovagliolo addosso al mio avvocato "Che cos' è questo?" schioccò."Un tovagliolo," rispose il mio avvocato.
Ci fu un istante di osceno silenzio, poi lei cominciò a strillare: "Non darle a me, quelle porcherie! So",cosa significa, cosa credi? Maledetto bastardo trippone d'un pappa!"
Il mio avvocato prese il tovagliolo, guardò quello che aveva scritto e poi lo ributtò sul bancone."È il nome di un cavallo che ho avuto,» disse calmo. "Cosa c'è che non va?" ,
"Brutto figlio di puttana," gridò lei. "Tiro su merda a paiate in questo posto, ma stai pur certo che non mi lascio insultare da, un magnaccia portoricano!
Cristo, pensai. Che stava succedendo? Tenevo d'occhio le mani della donna, sperando che non afferrassero nulla di affilato o di pesante. Presi il tovagliolo e lessi ciò che quel bastardo ci aveva scritto sopra,.in accurate lettere rosse: "Back Door Beauty?" Il punto inter¬rogativo era enfatizzato. La donna continuava a gridare."Pagate il conto e' andatevene all'inferno! Altrimenti chiamo la polizia!" Cavai di tasca il portafogli, ma il mio avvocato era già scattato in piedi, senza togliere gli occhi di dosso alla donna... poi infilò una mano sotto la camicia, non in, tasca, e la ritirò fuori di colpo con il Gerber Mini-Magnum, una tremenda lama argentata che parve dire subito qualcosa alla nostra cameriera.
Raggelò, gli occhi selvaggiamente fissi sulla lama. Il mio avvocato, sempre continuando a guardarla, indietreggiò per il paio di metri che lo separavano dal telefono a gettoni e sollevò il ricevitore. Tagliò il filo di netto, poi rimise a posto il ricevitore e tornò a sedere.
La cameriera non si mosse di un millimetro. Io ero stordito dalla sorpresa, e non sapevo se dovevo scappare o scoppiare a ridere. "Quanto viene quel meringato al limone?" Chiese il mio avvocato. La sua voce era vaga, come se fosse appena entrato nel locale e fosse indeciso su cosa ordinare. "35 centesimi," sibilò la donna. Aveva gli occhi tinti di paura, ma il cervello sembrava resistere a un regime-base di sopravvivenza. Il mio avvocato rise. "Intendo dire tutto intero," fece. Lei gemette. Il mio avvocato mise una banconota sul bancone. "Facciamo 5 dollari," disse. "Okay?" Lei annuì, ancora raggelata, e osservò il mio avvocato che girava intorno al bancone e prendeva il dolce dall’espositore.
Mi preparai a filare. La cameriera era visibilmente sotto shock. La vista della lama sfoderata nel cuore della discussione doveva averle fatto tornare in mente dei brutti ricordi. La vitrea espressione dei suoi
occhi diceva che la sua gola era già stata tagliata una volta. Era ancora paralizzata quando ce ne andammo.



Back Door Beauty

Alla lettera: "Bellezza della porta di servizio", che potrebbe essere liberamente tradotto "Bonazza da sveltina", come fa A. Gini nella precedente versione italiana di Fear and Loathing in Las Vegas, se non fosse per due problemi che mi hanno convinto a lasciarlo inalterato. Il primo problema è l'allusione al coito anale, in inglese molto chiara, che è un topos del gergo porno, e infatti esiste anche un film (un cult, pare, e comunque successivo alla pubblicazione di questo libro), direttamente intitolato Back Door Beauties. Il secondo problema è che l'avvocato, nel testo, gioca sul fatto che si tratti molto innocentemente del nome di un cavallo, cosa che "Bonazza da sveltina" non potrebbe mai essere. Invece B.D.B. porrebbe benissimo esserlo, e anzi probabilmente lo è: è anche il nome di un cavallo - vuoi che in tutto il mondo anglofono non sia mai esistito un cavallo con quel. nome? Magari una cavalla., magari da corsa - galoppo, steeple chase - col solito fantino segaligno appollaiato a chiappe strette sulla groppa: magari prediletta, per via del nome, da Charles 'Bukowski per le sue puntate, protagonista di un paio d'annate discrete in qualche circuito secondario e addirittura di due o tre impronosticabili vittorie con quote assai penalizzanti per i bookmaker, quando alla fine B.D.B. sarà passata a miglior vita, stroncata da qualche equina fulminazione, la bionda e adolescente figlia dell'allevatore avrà anche versato qualche lacrima, ancora ignara del vespaio di doppi sensi contenuto in quel nome.

martedì 13 dicembre 2011

FERROVIE, CULI DI CAVALLO E SPACE SHUTTLE CHE COSA HANNO IN COMUNE ?


Una bella storia che ho trovato scritta in inglese e che ho cercato di tradurre meglio che potevo, molto bella e divertente, sembra una favola ma è realtà.

Ferrovia.
La ferrovia a scartamento normale Stati Uniti (distanza tra le rotaie) è di 4 piedi, 8,5 pollici. Quello è un numero molto strano.
Perché è stata utilizzata quella misura ? Perché questo è il modo in cui l’ hanno costruita in Inghilterra, e gli inglesi espatriati hanno progettato le Ferrovie Stati Uniti.
Perché gli inglesi l’hanno costruita in questo modo? Perché le linee ferroviarie sono state costruite dalle stesse persone che prima costruirono la ferrovia pre-tram, e questo è il calibro che hanno usato.

Perché loro usarono questa misura, allora? Perché le persone che hanno costruito i tram , hanno utilizzato le stesse attrezzature e gli stessi strumenti che avevano usato per la costruzione di carri, che ha usato quella stessa misura tra le ruote.


Perché i carri che hanno una particolare spaziatura dispari per la ruota ?
Beh, se hanno cercato di utilizzare qualsiasi altro spaziatura, le ruote del carro si rompevano su alcune delle vecchie strade a lunga distanza in Inghilterra, perché questa è la spaziatura dei solchi ruota ..


Quindi, perchè hanno costruito quelle vecchie strade piene di solchi?
Roma imperiale costruì le prime strade a lunga distanza in Europa (tra cui Inghilterra) per le loro legioni. Quelle strade sono state utilizzate da allora.

E i solchi nelle strade? I carri da guerra romani hanno formato i solchi iniziali, che tutti gli altri dovevano seguire per paura di distruggere le loro ruote del carro.

Dal momento che i carri sono stati fatti per Roma imperiale, erano tutti uguali in materia di carreggiata. Pertanto, la ferrovia a scartamento standard di 4 piedi, 8,5 pollici degli Stati Uniti deriva dalle specifiche originali per un carro da guerra imperiale romano. In altre parole, la burocrazia vive per sempre.
Così la prossima volta che ti vengono consegnati una specifica, procedura, o un processo, e chiedono: 'Che culo di cavallo c’entra con questo?' , Si può avere perfettamente avere ragione.
I carri dell'esercito imperiale romano sono state fatti ampi abbastanza per accogliere le estremità posteriori di due cavalli da guerra ...



Ora, la svolta alla storia:

Quando si vede uno Space Shuttle seduto sulla sua rampa di lancio, noterete che ci sono due grossi razzi booster attaccati ai lati del serbatoio principale. Si tratta di razzi propulsori solidi, o SRB. Gli SRB sono fatti da Thiokol presso lo stabilimento di Utah.

Gli ingegneri che hanno progettato gli SRB avrebbero preferito farli un po 'più grandi, ma gli SRB dovevano essere spediti in treno dalla fabbrica al sito di lancio. La linea ferroviaria dalla fabbrica corre attraverso un tunnel in montagna, e gli SRB dovevano passare attraverso quel tunnel. Il tunnel è leggermente più largo della ferrovia, e la ferrovia, come ora sappiamo, è tanto largo quanto sedere due cavalli '.



Quindi, un importante caratteristica del progetto Space Shuttle, di quello che è probabilmente sistema di trasporto più avanzato del mondo è stata determinata oltre due mila anni fa dalla larghezza del culo di un cavallo.
E voi pensavate che essere un culo di un cavallo non fosse importante!

Ora sapete, che il culo dei cavalli controlla quasi tutto ...
Ciò spiega un sacco di cose, non è vero?

lunedì 12 dicembre 2011

L'orgine dello sfascio


Forse potrà sembare un fatto di scarso interesse, ma l'intervista fatta all'ex direttore di Oggi, a proposito della pubblicazione delle foto di Berlusconi in atteggiamenti alquanto "rilassati" a Villa Certosa del 2007, evidenzia che quello è stato il punto di partenza di una stagione di depravazioni e scandali, che pochi o quasi nessuno allora osò raccontare, tranne il direttore di Oggi, che infatti ha pagato molto caro questa sua presa di posizioine. Col senno di poi si può dire che se avessimo dato ascolto e prestato una seria attenzione a quegli avvenimenti forse ci saremmo evitati gran parte del disastro che ci è poi piovuto addosso.
Parlando con amici mi sento sempre ripetere il mantra che l'altra parte politica non è affatto meglio di Berlusconi, anzi tutti divisi ed in continuo disaccordo, ma allora non si è capito nulla, per questi è meglio essere amministrati da una canaglia, bugiardo e menzognero, piuttosto che cercare una via d'uscita ad una situazione che peggio di così sinceramente non poteva capitarci, allora tanto vale non discutere di questi fatti, aspettare che il governo Monti faccia il suo sporco lavoro ed alle prossime elezioni, tutti pronti da buoni scolari a mettere la croce sul peggior mascalzone degli ultimi 150 anni, tutti insieme felici e contenti sconsideratamente lanciati come un tir verso il disastro, disperatamente annuanciato e volutamente ignorato.

Pubblicò le foto dell’harem di Berlusconi
“Quegli scatti fecero tremare l’Italia”

Parla l'ex direttore del settimanale Oggi, Pino Belleri, che mandò in edicola le immagini di Zappadu dall'interno di Villa La Certosa. "Lo scoop più caro della mia vita: ho pagato in tutti i sensi". Gli altri media utilizzarono il basso profilo: "L'ex premier e Bonaiuti dissero molte bugie, nessuno riprese la notizia e Belpietro mi attaccò"

L'ex direttore di Oggi, Pino Belleri
“Fu il servizio più caro della mia vita. Quanto lo pagai? Tanto, in tutti i sensi. Non voglio fare il martire, ma gli scatti di Zappadu fecero tremare poltrone, consigli di amministrazione e famiglie. Che si ripercuotessero su di me, alla fine, era quasi inevitabile”. Aprile 2007. Santa Pasqua. Villa Certosa. Berlusconi è in compagnia di 5 ragazze. Angela Sozio, Barbara Pedrotti e altre tre di cui non si conoscerà mai l’identità. Prima di Ruby, D’Addario e Noemi Letizia arrivò la copertina di Oggi. Pino Belleri, direttore di allora (adesso consulente Rcs) titolò “L’harem di Berlusconi” e ironizzò sulle bagattelle. Per quei fotogrammi, con l’accusa di violazione della privacy, è a giudizio. Berlusconi ha deposto l’altroieri a Milano. Dell’anatomia del suo scoop: “Il più rilevante degli ultimi 4 decenni, al livello di Lady Diana. I Berlusconi sono stati la famiglia reale degli ultimi 20 anni”, Belleri ricorda tutto. Il prima e il dopo. Il volo e la caduta.

Cosa rimane oggi?
Il tempo rende tutto inutile. Sbiadisce il quadro. Lo relativizza.

Berlusconi si arrabbiò.
Moltissimo. Il materiale incrinò definitivamente un matrimonio già propenso al naufragio e giunse a neanche 2 mesi dalla lettera di sua moglie Veronica Lario a Repubblica. L’animatore del Family day, al centro di una sacra festa cattolica, impegnato a manipolare tette e a frugare tra le cosce non lasciò indifferenti.

Chi le portò le foto?
Zappadu. Saltai sulla sedia. Mi consultai con l’editore e poi decisi di procedere. Berlusconi e Bonaiuti inventarono balle incredibili. Dissero e fecero scrivere che ero il disgraziato direttore di un ‘pornosettimanale’ e a Villa Certosa era in corso solo un raduno di Forza Italia con i fidanzati delle delegate presenti.

Invece?
Se si esclude la sicurezza, non c’era l’ombra di un uomo. E Berlusconi non accompagnava le sue ospiti. Faceva altro. So di cosa parlo. Vidi tutti e 400 gli scatti, anche quelli di cui il garante della privacy, con nordcoreana rapidità, impedì in soli tre giorni la futura pubblicazione.

Subì pressioni.
Ci furono. A livello di direttori della mia azienda e per così dire, trasversali. L’azione fu violenta e io che sono rimasto un provinciale, calcolai male l’impatto. Credevo ne avrebbero parlato tutti. Invece il Corriere quasi nascose la notizia. Repubblica, dopo uno sciopero di due giorni si adeguò e l’unica a riprenderla fu Striscia la Notizia per dire che Berlusconi era un simpatico mandrillo.

Chi c’era a Villa Certosa?
Mai saputo. Se si scoprissero nomi e occupazioni passate e presenti dei partecipanti alla riunione del 2007 si spiegherebbero molte cose. Curiosamente, Berlusconi ha dimenticato i nomi di chi fu ospite della sua dimora.

Berlusconi sostiene che Zappadu potè fotografare dall’interno.
I difensori di Berlusconi usarono il satellite. Fecero un sopralluogo di parte dieci giorni dopo e senza altri testimoni. Parlarono di rami secchi. Lasciamo perdere.

Perché gli altri giornali ignorarono la notizia?
Non lo so. So solo che per sinergia mi precipitai al Corriere a informare il dottor Mieli. Lui convocò caporedattori e vice. Uscii da via Solferino e percorsi 400 metri. Mi chiamò un collega di Oggi. Era preoccupato. ‘Ha chiamato Belpietro. Dice che devi essere impazzito’.

Chi avvertì Belpietro?
Lo ignoro. Così come non sono mai riuscito a capire chi avesse informato Maria Latella che mi aiutò e a cui mi rivolsi per avvertire Veronica Lario della pubblicazione delle foto.

Cosa le disse?
Era alla Scala. ‘Ho già saputo, Pino’. Noi, anche per calcolo, provammo comunque a essere delicati. Il lettorato di Oggi, cattolico e conservatore in gran parte votava Pdl e le foto di B. in estasi, con l’occhio strabuzzante erano già abbastanza volgari. A Mediaset, gli alti dirigenti mi chiamarono per manifestare ‘pena’.

Foto innocenti?
Devastanti. Una volta Corona mi disse che le ragazze del sultano giravano per Milano guidando le Mini. ‘Leggende metropolitane’ pensai. Invece le foto di Villa Certosa mi spalancarono l’orizzonte. Non erano solo la certificazione di una menzogna detta alla moglie e agli italiani. Erano di più. L’harem e il Berlusconi priapico esistevano. Non potevo ancora immaginare il bunga-bunga intorno alla lap dance, le 30 olgettine e il resto. Ma ci saremmo arrivati.

Cosa è stato per noi Berlusconi?
Un po’ Casanova, un po’ D’Annunzio, un po’ Alvaro Vitali. Un pezzo di storia. Un italiano. Ma non ne parli al passato. Non mi stupirei se tramontato il noiosissimo governo Monti, Berlusconi tornasse e rivincesse le elezioni.

Un anno e mezzo dopo lei fu destituito. Fu Villa Certosa a farle perdere il posto?
Non ho elementi per dire che l’avvicendamento fosse consequenziale, ma neanche per sostenere il contrario. So che vendevo 600 mila copie e oggi, nonostante certi rotocalchi Rcs vadano a rotoli, i loro direttori sono solidissimi.

A proposito. Lei tenne nel cassetto le foto di Sircana.
Feci un atto di lealtà verso Rcs che volle acquistare e poi non pubblicare e un gesto di compassione verso suo figlio. Un ragazzino che se avesse visto il padre vicino a un trans, avrebbe avuto seri problemi a scuola.

Tutto qui?
Per Sircana mi hanno impalato. Intervenne anche Cossiga e al presidente, rispondere era impossibile. Una carriera bruciata in 10 secondi. La mia. Nascosi le foto, ma non ero uno scemo e non mi vergogno. Ero e resto un professionista.

Fu un errore?
Sbagliai un rigore, ma questo, me lo concederà, capitava anche a Maradona. Belpietro mi pugnalò e poi disse: ‘Belleri ha agito in nome di interessi superiori’. Dovevano averlo ben relazionato.

Rifarebbe lo stesso?
Oggi lo gestirei diversamente, ricordandomi della regola aurea: ai concorrenti non si lascia niente. Accadde con Zappadu che minacciò: ‘Prendere o lasciare, altrimenti vado all’Espresso‘ e avrebbe dovuto valere anche per Sircana. Indietro, non si può tornare.

da Il Fatto Quotidiano dell’11 dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

LA FINANZIARIA CHE VORREI

Di fronte alla scelta fra l'amputazione di una gamba o la morte certa nessuno sceglie la seconda, ma questo non vuol dire che l'ammalato ne esca rincuorato, sà che avra da affrontare una vita fatta di nuove difficoltà e la sua esistenza nè uscirà drasticamente compromessa, per contro avrà salva la vita. E' lo stesso dilemma che ci è stato posto dalla stangata Monti per farci rientrare nei limiti imposti dal duo Merkozy, sacrifici per tutti ora e la promessa che avremo forse qualche chance per evitare il fallimento con tutte le inevitabili tragiche conseguenze.
Il fatto è che i sacrifici vengono chiesti a tutte le classi sociali indipendentemente dalle possibilità effettive di poter sostenere questi nuovi oneri, la manovra è, come perle precedenti di Berlusconi, incentrata più sulle entrate che sui tagli della spesa, ma questo lo saprebbe fare qualsiasi laureato in economica, ma forse basterebbe anche un semplice ragioniere. In realtà si poteva far meglio senza voler colpire ulteriormente chi è già stato drasticamente toccato dalla crisi economica che ha causato una notevole riduzione dei posti di lavoro e ha ridotto le ritribuzioni di chi ancora è riuscito a manterlo uno straccio di lavoro.
Non sono un economista quindi non mi addentro in disquisizioni tecniche che non saprei affrontare, mi affido a chi ne sa certamente di più e sà affrontare la materia dando spiegazione di cifre e dati, ma più di tutto mi interessa sottolineare che non ci potrà mai essere giustizia senza equità, nè ripresa economica senza una più equa distribuzione dei redditi.


Addizionali, Imu sulla casa, Iva, benzina
tasse e rincari da 600 euro a famiglia

Tre tipologie di famiglie a confronto: la manovra pesa di più, in proporzione, sui redditi medio bassi che su quelli alti. Con un reddito da 30mila euro circa 480 euro di imposte in più. L'Ocse: l'Italia è uno dei Paesi avanzati con la maggiore disuguaglianza dei redditi di ETTORE LIVINI

Addizionali, Imu sulla casa, Iva, benzina tasse e rincari da 600 euro a famiglia

MILANO - Tanti (soldi), maledetti e subito. I mercati non attendono. Frau Merkel ci aspetta con la matita rossa per controllare se abbiamo fatto i compiti a casa. Il Governo Monti così, causa tempi stretti, ha partorito una manovra che ha il pregio di riavvicinare l'Italia al pareggio di bilancio e all'Europa - come dimostra la retromarcia degli spread di ieri - ma fatica ancora, complici i tempi stretti, a tener alta la bandiera dell'equità.

Certo, come ha detto il premier, i sacrifici non riguardano solo "i soliti noti": l'aumento dell'Iva colpisce sia i contribuenti virtuosi che i furbetti del fisco, ci sono l'una tantum sui capitali rientrati con lo scudo e la stangata su yacht, elicotteri e auto di lusso (gettito, va detto, poche decine di milioni). Mentre il ritorno sotto mentite spoglie dell'Ici e l'aumento degli estimi catastali spostano dal reddito al patrimonio il carico dei sacrifici.

Il risultato finale però è uguale: a cantare e portare la croce, anche nell'era del governo tecnico, sono sempre gli stessi. Il costo medio per famiglia del decreto "Salva-Italia" - ha calcolato l'ufficio studi della Cgia di Mestre - sarà di 635 euro, mentre secondo le stime delle associazioni dei consumatori arriverebbe addirittura a 1700 euro.

Ma proprio i provvedimenti "lineari" nati per spalmare la manovra sulle spalle di tutti hanno il paradossale effetto di penalizzare di più chi già ha il fiato corto: i lavoratori dipendenti che guadagnano di meno.

I casi elaborati dal think tank degli artigiani lagunari che riportiamo di seguito parlano da soli: il conto finale della stangata per una famiglia con il reddito inferiore ai 30mila euro è (in proporzione) superiore del 15% rispetto a chi di euro ne guadagna 50mila e addirittura del 60% a quello di una famiglia nelle cui tasche ne entrano 150mila, sfuggita in zona Cesarini all'aumento delle aliquote Irpef.

LA SIMULAZIONE: TRE FAMIGLIE A CONFRONTO

1. In proporzione pagano più i poveri
in arrivo un salasso da 480 euro
Famiglia bireddito. Un figlio a carico. Rendita abitazione: 600 euro
Un'auto a benzina che percorre 10mila km l'anno. Reddito annuo: 30.000 euro
Poveri e pure infelici. I redditi più bassi fino ai 30mila euro (34 milioni sui 41,5 dei contribuenti tricolori) sono quelli che, in proporzione, pagano il conto più salato al decreto "Salva-Italia". Presi uno per uno, i loro sacrifici paiono poca roba: un centinaio di euro in più per l'addizionale Irpef, un salasso (203 euro) per l'Imu, qualche decina di euro per il pieno dell'auto e gli aumenti Iva. Risultato finale: 480 euro l'anno di tasse in più. In totale l'1,6% del loro reddito, il 60% in più di chi di euro ne guadagna 150mila l'anno.

2. La pressione fiscale sale dell'1,6%
l'esborso massimo è di 790 euro
Famiglia monoreddito. Due figli a carico. Rendita abitazione: 800 euro
Un'auto a gasolio che percorre 20mila km l'anno. Reddito annuo: 50.000 euro
Sale un poco lo stipendio (gli italiani che dichiarano tra 30mila e 50mila euro sono circa 4 milioni) e per assurdo il carico fiscale della manovra diminuisce. In termini assoluti, naturalmente, chi guadagna 50mila euro l'anno pagherà più nuove tasse di chi è fermo a quota 30mila: 790 euro contro 480. Ma fatte le debite proporzioni le uscite aggiuntive pesano un filo meno sul bilancio di famiglia: l'1,58 per cento, con un esborso annuo tra Ici, addizionale Irpef, Iva e accise in crescita da 1.112 a 1902 euro.

3. Graziati dal mancato aumento Irpef
Il fisco chiede solo l'1% delle entrate
Famiglia monoreddito. Tre figli a carico
Rendita abitazione: 1100 euro. Seconda casa non affittata, rendita 1000 euro
Un'auto a gasolio che percorre 20mila km l'anno. Reddito annuo: 150.000 euro
Ricchi (abbastanza) e felici. Una famiglia con 150mila euro di reddito dopo le novità del decreto Salva-Italia paga 1.483 euro in più di gabelle. Una bella cifra, per carità, ma solo lo 0,98% delle entrate di casa. Gli italiani in questa fascia di reddito (pochissimi, tra i 70mila e i 150mila euro ce ne sono solo 780mila) se ne sono fatti rapidamente una ragione dopo aver scampato il pericolo del rialzo delle aliquote Irpef. Fossero state aumentate di due punti per scaglione dopo la soglia dei 70mila euro, ogni famiglia avrebbe pagato altri 1.600 euro in più.


Peggio ancora - si era capito dalle lacrime agrodolci di Elsa Fornero - va ai pensionati con assegni previdenziali appena superiori ai mille euro lordi, non certo una fortuna da Paperoni. Colpiti alla voce uscite con gli aumenti delle tasse (la falce di Imu, Iva e accise varie non sta a guardare la data di nascita sulla carta d'identità) e beffati pure dalla sterilizzazione della rivalutazione degli assegni previdenziali.

Piove sul bagnato: l'Ocse ha certificato ieri che l'Italia è uno dei paesi più avanzati con la maggiore disuguaglianza dei redditi. Una leadership consolidata negli ultimi anni in cui il divario tra ricchi e poveri tricolori si è allargato a ritmi da primato: la penisola è all'ottavo posto (su 34 nazioni) nella hit parade per la disparità sociale, mentre viaggia al quinto posto nella graduatoria per l'allargamento della forbice tra inizio anni '80 e 2010.

Il decreto "Salva-Italia", purtroppo, rischia di farci guadagnare ancora qualche posizione in classifica. Anche perché chi ne esce meglio - manco a dirlo - sono davvero i soliti noti: quei professionisti dell'evasione fiscale che nascondono ogni anno al fisco 220 miliardi di euro. Pagheranno un po' più di Iva e di Ici, sborseranno qualche euro in più per il pieno all'auto. Si faranno furbi per dribblare l'asticella (non proprio insormontabile) del tetto ai mille euro per il contante. Ma tutto lì. Almeno a loro, per ora, è andata bene.