martedì 22 novembre 2011

PATATRAC FINMECCANICA



Un commento di un lettore del Fatto, molto azzeccato, sensato, pacato, da parte di chi come gran parte del popolo italiano è stato preso per i fondelli dopo essere stato derubato, preso in giro e tosato, ora si chiedono ulteriori sacrifici a chi ha dato tutto, no !!! E' decisamente ora di finirla.



Tempo fa , circa un anno o poco più, la Finmeccanica era considerato uno dei gioielli italiani. Io come penso tanti italiani, ho cercato di sostenere il paese e le aziende migliori. Ho quindi investito i risparmi e la buonuscita (ho perso il lavoro pur non potendo ancora accedere alla pensione) in Titoli di Stato e qualche azione di Finmeccanica. E questo al contrario dei grandi evasori che si sono portati i soldi in Svizzera.
Adesso le azioni di Finmeccanica sono ridotte ad un quarto del loro valore e in questo articolo sono spiegati i motivi. I nostri politici si sono mangiati questa azienda riducendola, come altre, al lumicino. Come fanno le nostre aziende a competere se oltre le mille difficoltà devono sopportare anche il peso della corruzione?
Adesso se Monti vuole fare una cosa “equa” dovrebbe tenere conto dei miei soldi che sono andati in fumo per questi motivi. Invece mi impedisce di prendere la pensione di anzianità e quindi mi lascia senza reddito, non basta mi chiederà l’ICI sulla seconda casa comprata dove abita mio figlio (precario) e forse, ciliegina sulla torta, mi metterà la patrimoniale sulle azioni di Finmeccanica (su quel poco rimasto) e sui titoli di Stato massacrando quel poco risparmio che si è salvato dalla gestione disastrosa del nostro paese.
Questo mentre corruttori, corrotti ed evasori continuano a godersi indisturbati i loro guadagni.
Basterebbe da sola o la tassazione dei soldi portati in Svizzera (facendo lo stesso accordo che ha fatto la Germania) o un recupero del 20% della attuale evasione per non dover chiedere un ulteriore sacrificio ai pensionandi ormai ridotti al lumicino da continui interventi sulla previdenza e allungamenti dell’età utile per andare in pensione, non ultimo il trucchetto della finestra di ben 13 mesi che non esiste in nessun altro paese.
Io dico basta chiedere sempre ai soliti; cominciate a chiedere indietro i soldi di cui a questo articolo e risanate le aziende che così non licenzieranno.

Dal Fatto Quotidiano

Finmeccanica, “200 mila euro destinati
a Casini”. E Guarguaglini “sapeva”

Dai verbali d'interrogatorio il presunto giro di soldi tra l'azienda pubblica e diversi politici. Il consulente Cola chiama in causa l'ex parlamentare Dc e afferma: "Il presidente autorizzava". Il manager Borgogni: "Ero io il collettore dei favori". Spuntano i nomi di La Russa, Giorgetti, Romani, Scajola, Matteoli e dei vertici dell'Udc. Intanto il titolo in Borsa perde il 6,6 per cento e si profila un cambio al vertice

Pierfrancesco Guarguaglini
Trecentomila euro in contanti consegnati “all’onorevole Bonferroni, espressione dell’Udc”. Lo ha raccontato in interrogatorio Lorenzo Cola, superconsulente di Finmeccanica, a proposito del presunto giro di denaro tra l’azienda controllata dal ministero dell’Economia e diversi politici. Il riferimento è a Franco Bonferroni, classe 1938, già deputato e senatore democristiano, in Parlamento fino al 1994, poi membro del consiglio d’amministrazione della società. Nell’interrogatorio del 9 dicembre 2010, Cola dichiara ai pm di Roma di aver consegnato “agli inizi del 2008″ 300 mila euro in contanti “all’on. Bonferroni”, spiegando che “per noi del gruppo Bonferroni era espressione dell’Udc”, “un riferimento politico preciso”.

Cola, che in precedenza aveva sempre assicurato che i vertici Finmeccanica fossero ignari delle tangenti ai politici, nell’interrogatorio del 24 agosto scorso ha cambiato versione, approfondendo anche la terminologia che faceva da sfondo alle sue ‘chiacchierate’ con Guarguaglini. “Nelle nostre discussioni – ha detto Cola ai pm – l’attività di sovrafatturazione e di pagamento di tangenti veniva definita ‘fare i compiti’. Locuzione che serviva per definire anche l’attività di mettere a posto le carte, la contabilità e tutto il resto, per evitare si scoprissero i fatti illeciti che intervenivano. Quando qualcuno incappava in qualche vicenda giudiziaria, e a ciò veniva dato risalto mediatico, dicevamo che avevano fatto male i compiti”.

Guarguaglini, tuttavia, rispedisce al mittente le accuse. “Non ho mai creato fondi neri, non ho mai elargito né dato ordini di elargire somme di denaro a politici e/o partiti” ha detto il presidente di Finmeccanica, il quale ha ribadito che “il signor Lorenzo Cola non è mai stato il suo braccio destro”. Tra accuse e smentite, la vicenda delle presunte tangenti nella società statale continua a tirare in ballo nomi di spicco della politica italiana, Udc in primis.

IL COINVOLGIMENTO DELL’UDC

E’ la seconda vicenda che coinvolge l’Udc, dopo la presunta somma consegnata al tesoriere Giuseppe Naro. Si tratta dei 200 mila euro che, secondo quanto riferito da Tommaso Di Lernia ai pm, erano destinati direttamente a Pier Ferdinando Casini. “Pugliesi (amministratore delegato di Enav, arrestato per la tangente, ndr) mi disse che erano destinati a Casini – ha detto Di Lernia ai magistrati – Vennero consegnati al tesoriere dell’Udc perché erano assenti sia Cesa che Casini, impegnati in un’operazione di voto, secondo quanto disse il tesoriere (Naro, ndr). Riguardo a questa vicenda, Pier Ferdinando Casini, annunciando querele, ha rispedito al mittente i sospetti: “Non mi sembra che le accuse vengano da Santa Maria Goretti” ha detto il leader Udc. In un’intercettazione telefonica, inoltre, si parla di un finanziamento illecito al Pdl di Milano.

GUARGUAGLINI E SIGNORA

Cola esclude “che Pierfrancesco Guarguaglini (presidente di Finmeccanica, ndr) e Marina Grossi (amministratore delegato della controllata Selex Sistemi Integrati e moglie di Guarguaglini, ndr) abbiano mai percepito denaro”, ma almeno Grossi sarebbe stata a conoscenza del “sistema” vigente: ”Si parlava con Marina Grossi del fatto che per lavorare in Enav occorreva pagare tangenti”, ha detto Cola ai pm, in riferimento all’ente che controlla il traffico aereo. “E’ un sistema che lei ha ereditato e che ha continuato a realizzare”.

Quanto al presidente di Finmeccanica, nell’interrogatorio del 1 settembre 2011 allegato all’inchiesta Enav, Cola dichiara: “Guarguaglini autorizzava tali operazioni ovviamente, non caso per caso. Borgogni (Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo, ndr) aveva un’investitura a effettuare questo tipo di operazioni per conto del gruppo da parte di Guarguaglini. Di esse occasionalmente egli aveva specifica notizia”. Cola si riferisce proprio ai 300mila euro citati a proposito di Bonferroni.

GLI ALTRI POLITICI

Il consulente racconta anche come avveniva la lottizzazione in Enav: “Formalmente, il potere di nominare il cda spettava al Ministero dell’Economia”. Ma “sul piano sostanziale la nomina era il frutto di una precisa ripartizione politica. In concreto, nella prima fase, ossia tra il 2001 e il 2002, vi era un cosiddetto tavolo delle nomine o laboratorio all’interno della maggioranza, composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega”.

Lo scandalo si ingrandisce e il terremoto ai vertici di Finmeccanica sembra imminente. La holding italiana perde pezzi, scossa come è da quanto emerge dagli interrogatori di Cola e di Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni istituzionali, indagato per finanziamento illecito ai partiti e autosospesosi dall’incarico che ricopriva nella società. Il pm della Procura di Roma Paolo Ielo ha chiesto l’arresto di Borgogni per la vicenda degli appalti Enav, arresto negato dal Gip.

PDL O PD?

Secondo il magistrato, “vi è una conversazione telefonica intercettata dalla quale – si legge nella richiesta – si evince con solare evidenza che il ruolo di Lorenzo Borgogni, dentro Finmeccanica, fosse anche quello di occuparsi di contribuzioni illecite al sistema dei partiti”. L’intercettazione è del 21 settembre 2010 e Ielo aggiunge: “Il tenore di tale telefonata appare essere inequivoco. Si tratta di una contribuzione al Pdl, che – continua – rischia di essere confusa con una contribuzione al Pd, palesemente illecita in ragione del fatto che deve essere effettuata con una società esterna”.

Nella telefonata, Borgogni parla con un certo Marco. Marco afferma che “mi ha chiamato Filippo, dice che su, su quel discorso che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano… beh, del Pd, credo sia una cosa del Pdl, no? Dice che te ne ha parlato a te pure?”. Borgogni nega, ma Marco insiste: “Su Milano… lui mi ha detto anche che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica ma come una società esterna”. A quel punto, Borgogni prima gli dice “vabbè, se ne parla quando torni dai” e poi, di fronte alle insistenze dell’interlocutore (“lui dice sto all’ultimo, con l’acqua alla gola”), fa capire di non gradire: “Dai Marco maremma puttana Marco”.

LE INCHIESTE DI ROMA E NAPOLI

Il potente uomo comunicazione ha deciso di collaborare con i pm di Napoli, titolari dell’inchiesta Finmeccanica sugli appalti esteri ottenuti dal colosso industriale. I verbali di Borgogni sono stati poi trasmessi anche ai magistrati romani che indagano sugli appalti delle società controllate da Finmeccanica e dall’Enav. Che cosa racconta Borgogni? Racconta di essere “il collettore di rapporti con i politici” per conto di Finmeccanica. “Mi sono sempre occupato – dice – di trasferire le loro richieste alle società del Gruppo. Nomine, assunzioni, appalti. Sono in grado di ricostruire – continua – quanto è accaduto negli ultimi anni”. E quale sarebbe la rete di interessi legati a nomine dettate dai partiti? Borgogni parla di tutti gli schieramenti, dalla destra alla sinistra, passando per il centro. Un episodio è emblematico. Quando Borgogni racconta agli inquirenti che: “Su richiesta del presidente di Enav, Luigi Martini, feci assumere la figlia di Floresta (Ilario, ex deputato di Forza Italia, ndr) in una delle società del gruppo Finmeccanica, che ne aveva fatto richiesta al Martini”.

IL SISTEMA

Il manager avrebbe rivelato agli inquirenti il funzionamento del sistema di spartizione delle poltrone nel Cda di Finmneccanica. Nomine di precisa espressione politica. Come quelle di Piergiorgio Alberti, espressione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola; Nicola Squillace referente dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa; Franco Bonferroni come espressione dell’Udc e, infine, Dario Galli della Lega Nord. Ma le cronache di oggi, riportano anche i nomi di Carlo Giovanardi e Gianni Letta. L’ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio di ministri – racconta Borgogni – avrebbe indicato i nomi da inserire ai vertici di alcune controllate di Finmeccanica per conto dello stesso Giovanardi. Ma spuntano anche i nomi di candidati avanzati da Giancarlo Giorgetti della Lega. E in un appunto si menzionano Paolo Romani e l’ex consigliere di Tremonti, Marco Milanese. Non solo. Di Lernia ha tirato in ballo anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il senatore del Pd Marco Follini, all’epoca dei fatti vicepresidente del Consiglio. “Smentisco nel modo più categorico: non c’è nessuna telefonata mia o di persone a me vicine; non ho mai visto, né sentito Di Lernia, non so chi sia” ha dichiarato Follini ad ‘Agorà’ su Raitre, spiegando che “il suo nome l’ho letto dai giornali e scopro che è un faccendiere. Non mi sono mai occupato di queste cose – ha aggiunto l’esponente dei democratici -. Sono indignato ed esterrefatto e sentirò i miei avvocati per una querela”.

Sia Cola che Tommaso Di Lernia, imprenditore romano in affari con Enav-Finmeccanica, tirano in ballo l’ex ministro Pdl Altero Matteoli, che però smentisce qualunque coinvolgimento nella vicenda. ”Martini (presidente Enav, ndr) è espressione anche di Matteoli, a sua volta molto vicino a Optimatica”, afferma Cola. Di questa società aveva già parlato Di Lernia il 27 giugno 2010: “Optimatica è una società vicina al ministro Matteoli, credo che eroghi finanziamenti alla fondazione a lui riconducibile”. L’ex ministro nega decisamente queste ricostruzioni: “La Fondazione che presiedo non ha mai ricevuto finanziamenti dalla società Optimatica, che non è in alcun modo a me legata”.

Solo ieri sera a Report, il presidente Guargaglini dichiarava: ”Io escludo di aver mai dato autorizzazioni del genere e non ne sono mai venuto a conoscenza”. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Borgogni aggiunge che sui contratti stipulati in questa gestione di “aver agito d’accordo con il presidente Pier Francesco Guarguaglini, del quale sono uno dei collaboratori più stretti”.

L’11 gennaio scorso, Borgogni era stato sentito dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, presenti anche i magistrati Paolo Ielo, Rodolfo Sabelli e Giovanni Bombardieri e aveva ammesso di avere incassato milioni di euro da società che lavorano con Finmeccanica fino ad accumulare 5,6 milioni di euro su un conto londinese, dopo averli ‘ripuliti’ con lo scudo fiscale appena in tempo per potere dichiarare con tono offeso ai giornalisti: “Non ho conti all’estero”.

RIPERCUSSIONI IN BORSA

Intanto il titolo Finmeccanica sente la pressione. A Piazza Affari a pochi minuti dall’avvio delle contrattazioni, il titolo cedeva il 3,92% a 3,86 euro, per poi chiudere a -6.6%. Insistenti le voci su una convocazione straordinaria di un Cda già nei prossimi giorni. Non viene escluso che il presidente, Pier Francesco Guarguaglini, possa dare le dimissioni. I primi a esprimersi sono gli analisti finanziari di Intermonte: “Riteniamo che le dimissioni di Guarguaglini possano essere positivamente accolte dal mercato perché sarebbero un ulteriore segnale di cambiamento nella società”, dichiarano in una nota.

Guarguaglini è indagato per frode mentre sua moglie, Marina Grossi, amministratore delegato della controllata sempre da Finmeccanica Selex Sistemi integrati, è accusata di frode e corruzione. Ci si aspettava un braccio di ferro oggi tra Giuseppe Orsi, ad di Finmeccanica, e Guarguaglini stesso al consiglio di amministrazione della controllata Selex Sistemi Integrati, epicentro dello scandalo Enav-Finmeccanica, con Orsi a chiedere “la testa” dell’ad Grossi, ma dopo una lunga riunione Marina Grossi resta alla guida della società.

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