Oggi è stato approvato il piano casa, con la firma del decreto da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si conclude l'iter procedurale per il concreto avvio del piano casa, che si prefigge l'obiettivo di realizzare centomila alloggi in 5 anni». A comunicarlo il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. La firma al decreto presidenziale fa seguito al parere favorevole sul Piano espresso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dal Cipe.
Il Piano, prosegue la nota, prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate, disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, incentivi e agevolazioni fiscali. Gli alloggi saranno destinati sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale. Beneficiari del piano casa sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione.
A mio avviso si tratta di un ennesimo condono edilizio mascherato, che non risolve il problema, nè della casa, nè della crisi economica, se questi erano gli scopi, si tratterà invece di una svendita solo per ricavare un utile immediato.
Così dichiara Giulia Maria Crespi, presidente del Fai: "Sul paesaggio, sul territorio italiani non c’è più da nutrire preoccupazione: ma autentica disperazione. Sarà una rovina irreversibile di cui soffriranno le nuove generazioni. E poi ne risentiranno il turismo, che abbandonerà il nostro Paese, e già sta avvenendo. Poi la salute, l’identità, le radici stesse degli italiani".
Una manovra più sensata, anche se non miracolosa forse è stata quella presa lo scorso anno dalla Spagna, che prevede:
"Nei prossimi due anni le famiglie indebitate potranno infatti chiedere alle banche di migliorare le condizioni dei mutui e in particolare di allungare i termini del rimborso dei prestiti, senza costi aggiuntivi (commissioni bancarie e notarili), che saranno a carico dello Stato. Sul fronte dell'edilizia sovvenzionata, il presidente José Luis Zapatero ha annunciato la costruzione di 150mila case all'anno in ognuno dei quattro anni della legislatura e l'aumento da 3 a 5 miliardi dei fondi a tasso agevolato a favore di questo settore."
Vi è una sostanziale differenza fra le due manovre: quella nostra lascia mano libera all'iniziativa privata, e non crediate che tutti saranno ligi e rispettosi in quanto al rispetto della norma, mentre quella spagnola va incontro alle famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui e si incarica della costruzione di 600 mila nuove case, che essenzialmente essendo popolari verrano vendute o affittate a prezzi adeguati e realizzate in luoghi consoni e non devastanti il territorio. E' una differenza non da poco, che mette in evidenza due diversi approcci nell'affrontare il problema, uno esclusivamente speculativo, l'altro decisamente più rivolto al sociale ed ai bisognosi, il risultato devastante del primo approccio state certi che non ci vorrà molto a vederlo.
Mondoroverso vuole essere un punto dove si vuole cercare di interpretare i fatti, dando spazio a temi e notizie messe in secondo piano se non omesse, senza per questo voler insegnare nulla, ma cercando solamente di dare spazio anche a ciò che volutamente viene nascosto e cercare quelle verità che molto spesso ci vengono negate.
martedì 21 luglio 2009
giovedì 16 luglio 2009
Diritto e rovescio continua.....
Fa da seguito al mio precedente post, la notizia non la voglio nemmeno commentare, comunque dimostra lo stato di asservimento al quale devono sottostare i cronisti, io la definisco solo in una maniera: limitazione della libertà di parola e di espressione, tipica dei regimi totalitari.
Roberto Balducci rimosso per una battuta sul Papa
Giovedì 16 Luglio 2009
di Susanna Grego
Roberto Balducci, giornalista di Rai 3, è stato rimosso dal suo incarico. In tempi duri come questi, in cui la libertà di stampa è minacciata, in tempi di precariato in cui i giornalisti vengono spinti persino ad autocensurarsi e si può essere licenziati davvero per poco, si può essere rimossi dal proprio incarico per un fraintendimento. La colpa di Balducci infatti è di aver fatto una battuta. Peraltro pare che sia stata pronunciata anche con innocenza. Perché a dirla tutta, se esistono la libertà di opinione e di parola, ogni cittadino e ogni giornalista ha anche il diritto di fare pubblicamente tutte le battute sarcastiche che crede.
Nel tg3 delle 19 va in onda il servizio sulle vacanze di Benedetto XVI.
Balducci, mentre scorrono le immagini dell'Angelus commenta: «Domani il Papa va in vacanza e ci saranno anche due gatti, che gli strapperanno un sorriso, almeno quanto i proverbiali quattro gatti, forse un po' di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare ancora le sue parole» dice riferendosi ai due gattini, uno grigio e uno bianco e nero, che vivono nella casa di Les Combes dove il Pontefice abita durante le vacanze. Forse il giornalista voleva sottolineare il fatto che il Papa avrebbe bisogno di maggiore attenzione. Forse era solo un modo simpatico di chiudere il servizio. Ma anche nel caso fosse stata una battuta tagliante sul discorso del Santo Padre, non dovrebbe fare alcuna differenza.
Corre ai ripari il direttore del Tg3, Antonio Di Bella, spiegando: «La linea editoriale del Tg3 è stata sempre caratterizzata da grande attenzione e rispetto per il magistero della Chiesa e la figura del Pontefice. Il collega mi ha assicurato che non era sua intenzione ironizzare, o peggio irridere il Pontefice, come d'altronde non ha mai fatto in passato».
Inutile. In seguito alle polemiche scatenate dal servizio, Balducci non seguirà più il Vaticano.
martedì 14 luglio 2009
Diritto e Rovescio
Due dichiarazioni del tutto opposte, la prima di un prete che che fa dichiarazioni contro la Lega e contro Berlusconi, la seconda del vicepresidente della Vigilanza Rai Giorgio Merlo (Pd), preoccupato per la " deriva anticlericale, singolare e volgare " di Rai 3, si invertono le parti, quello che dovrebbe essere il rappresentante dei valori cristiani si scaglia contro la politica, chi invece da politico dovrebbe essere garante del diritto di espressione e della laicità dello stato, dimostra tutta la sua preoccupazione nel difendere i valori cristiani.
Farà mica parte di quei 4 gatti descritti dal vaticanista di Rai3 ?
Clandestini: Padre Poletti, “i leghisti non posso dirsi cristiani. Berlusconi? E’ un corruttore… scrivetelo!”
di Stefano Corradino
Clandestini: Padre Poletti, “i leghisti non posso dirsi cristiani. Berlusconi? E’ un corruttore… scrivetelo!”
“Cacciare i clandestini? Io piuttosto mi faccio mettere in galera. Non ho mai chiesto né mai chiederò ad alcuno il permesso di soggiorno. Mi ispiro alla legge del Vangelo. Gesù era dalla parte dei poveri e dei diseredati, non dei potenti, e per questo è stato ucciso… Se dovessi denunciare un immigrato mi vergognerei come uomo. E come prete…” E’ proprio un sacerdote, Giorgio Poletti, padre comboniano di 67 anni, quello che con parole taglienti critica la parte del decreto sicurezza del governo sui clandestini. Padre Poletti, intervistato alcuni giorni fa sul quotidiano “Repubblica” spiegava le ragioni di una iniziativa promosso in tante città d’Italia.
“Permesso di soggiorno in nome di Dio”… Una iniziativa simbolica
Sì, ma che pone interrogativi seri: il rispetto per l’altro. Gli uomini sono “persone” o “cose”? Un operaio, una badante, un lavoratore della terra sono oggetti o soggetti? Come si fa a fare distinzioni tra gli esseri umani? E’ una questione di dignità. Dal punto di vista umano non posso non accogliere una persona che ha bisogno di aiuto.
Lei è uomo ma anche sacerdote
E la mia indignazione deriva proprio dalla Legge del Vangelo. E’ quella che mi ispira. Gesù è stato dalla parte dei poveri e per questo è stato ucciso, perché non era allineato con i potenti del tempo perchè criticava il potere teocratico. Economico, politico, religioso. Poteri che, oggi come ieri si coalizzano.
Lei lo sa che la sua posizione è piuttosto isolata nella Chiesa…
Lo so purtroppo. Il cattolicesimo oggi è malato di capitalismo. Di che dio parliamo? Il dio degli intrallazzi? Che fa contratti con chi sta al potere? Io non credo nel dio dei grandi apparati istituzionali e delle celebrazioni. Io credo nel Dio del Vangelo che accoglieva i diseredati non li cacciava.
La Chiesa ufficiale non ha più questa vocazione?
Purtroppo ha perso gran parte di questa carica profetica. E così i giovani, purtroppo, non credono più in noi preti. E si sono allineati con i poteri forti.
Quali poteri forti? Parla della politica?
Della politica e della società. Di questa società schizofrenica e ipocrita; mentre i messaggi del Vangelo sono inquovocabili.
Eppure chi ha propugnato questa Legge si dice “cristiano”
Cristiano? Chi? I leghisti? Come fanno, con questa ideologia a dirsi tali?
Anche il presidente del Consiglio
Chi? Papi? L'uomo i cui unici valori sono solo quelli legati alla competizione? Questo non è cristianesimo è l’antivangelo. Berlusconi è un corruttore della morale. Scrivetelo, non ho remore a dirlo…”
Le cita spesso il Vangelo Secondo Matteo. “Ero straniero e mi avete accolto”.
Lo straniero è l’altro, è in quanto “altro” è me stesso. Sono stato in Africa per 15 anni, in mezzo a due guerre civili e gli africani non mi hanno mai mancato di rispetto. Ho visto come le compagnie petrolifere anche italiane facevano interessi sporchi nelle raffinerie rubando il petrolio alla Nigeria. Eccola l’ipocrisia occidentale.
Un mese fa lei è stato in un centro di accoglienza temporanea a Lamezia Terme. Che impressione ha avuto?
Mi sono vergognato. Altro che accoglienza, quello è un carcere. Noi siamo solo capaci di costruire galere invece di fare politiche di inclusione.
Non è così frequente sentire un sacerdote esprimersi così. Obiettivamente è raro ascoltare parole così forti anche da esponenti politici più “radicali”
Ormai la parola d’ordine è “non disturbare il manovratore”
Se lei non denuncerà i “clandestini” denunceranno lei
Mi mettessero anche in galera. Io non manderò via nessuno e, nei limiti delle mie possibilità accoglierò tutti. Mai chiesto un permesso di soggiorno e mai lo farò. Mi vergognerei come uomo e come prete.
“Clandestini”. L’agenzia “Dire” e la rivista “Redattore Sociale” tempo fa lanciarono una campagna per non usare più questo termine.
Giustissima. Purtroppo la lingua esprime quello che siamo, la nostra visione della vita. Non esistono clandestini ma persone umane che hanno il diritto di vivere e di essere riconosciute ed aiutate. E con essi dobbiamo immaginare e progettare il futuro. E il mondo sarà migliore. Va organizzato e preparato in questo senso. Perché stiamo diventando vecchi. Rileggetevi “il Deserto di Tartari", quel grande capolavoro di Buzzati (o la trasposizione cinematografica) sulla condizione del quotidiano esistere e sulla condanna del tempo…
l vaticano: «Il tg3 rispetti il pontefice»
«Quattro gatti per il Papa», bufera sul Tg3
Di Bella: «Costante rispetto per la Chiesa»
Merlo (Pd) critica la testata per un servizio sul Pontefice. Il direttore si difende: «Grande attenzione per Ratzinger»
ROMA - Bufera sul Tg3 per un servizio su Benedetto XVI andato in onda domenica sera. «Domani il Papa va in vacanza e ci saranno anche due gatti... che gli strapperanno un sorriso, almeno quanto i proverbiali quattro gatti, forse un po' di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare ancora le sue parole». Il riferimento del vaticanista era ai due gattini, uno grigio un po' malandato e uno bianco e nero, dal pelo lucido e folto, che il Pontefice dovrebbe trovare nella villetta di Les Combes, in Val d'Aosta, dove Ratzinger trascorrerà un periodo di riposo. Ma lo scivolone ironico del giornalista del Tg3 sui «due gatti» e i «proverbiali quattro» ha fatto andare su tutte le furie il vicepresidente della Vigilanza Rai Giorgio Merlo (Pd), il quale ha accusato la testata, parlando di «deriva anticlericale, singolare e volgare». «Stupiscono - ha scritto Merlo in una nota - le parole contenute nel servizio andato in onda ieri sera alla edizione delle 19 del Tg3». «La linea editoriale del Tg3 è stata sempre caratterizzata da grande attenzione e rispetto per il magistero della Chiesa e la figura del Pontefice» ha replicato il direttore della testata Antonio Di Bella. «Mi sento di ribadire tale impegno di fronte alla cortese ma ferma polemica dell'onorevole Merlo» ha aggiunto. «Prendo atto delle dichiarazioni del direttore del Tg3 Di Bella - fa sapere Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana - e mi auguro quindi che il telegiornale della terza rete sia sempre, come egli dice, effettivamente caratterizzato da attenzione e rispetto per la Chiesa e per la figura del Papa».
Benedetto XVI in partenza per la val d'Aosta (Fotogramma)
Benedetto XVI in partenza per la val d'Aosta (Fotogramma)
«VATICANISTA RICHIAMATO FORMALMENTE» - «Un passaggio del servizio di ieri sulle vacanze del Papa - ha voluto precisare Di Bella - può avere indotto l'onorevole Merlo o altri a ritenere che tale rispetto sia venuto a mancare. Così non è. Anche per questo, subito dopo il giornale di ieri sera, prima ancora di qualsiasi polemica, ho richiamato formalmente il vaticanista. Il collega mi ha assicurato che non era sua intenzione ironizzare, o peggio irridere il Pontefice, come d'altronde non ha mai fatto in passato». «Mi sento quindi di ribadire l'impegno del Tg3 a una rinnovata attenzione per le questioni vaticane a al massimo rispetto per la figura del Santo Padre, come d'altronde testimoniato dalla copertura impeccabile di tutte le sue ultime iniziative, in particolare - ha concluso Di Bella - l'incontro con il presidente Obama cui il Tg3 ha dedicato la rilevanza che meritava».
«NESSUN GATTO A LES COMBES» - Polemiche a parte, l'indiscrezione sui due gattini che il Pontefice troverà a Les Combes sarebbe falsa. Stando almeno a quanto spiega il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin. «Non ci sono gatti nello chalet del Papa e nemmeno nei dintorni» ha assicurato il primo cittadino del comune valdostano.
mercoledì 8 luglio 2009
PIL E CONTI PUBBLICI
Dire che la situazione non è poi così tragica, che tutto sommato va meglio di quel che si pensava, è un pò come scambiare lucciole per lanterne , o si è consci del significato delle parole o si raccontano balle.
Questa è la situazione, inutile menarla.
L'Economist scrive: "Il padrone di casa del G8, Silvio Berlusconi, ha tanti luridi scandali domestici: ma il più grosso dovrebbe essere il suo rifiuto di riconoscere i problemi economici dell'Italia".
Fmi: Pil Italia -5,1% nel 2009
Nel mondo il calo è dell'1,4%
Nel 2010 -0,1% a fronte del precedente -0,4% stimato. Per l'Eurostat il Pil di Eurolandia
nel primo trimestre dell'anno è a -2,5%, il maggior calo da quando c'è l'euro
Fmi: Pil Italia -5,1% nel 2009 Nel mondo il calo è dell'1,4%
NEW YORK - Il Fondo Monetario Internazionale rivede le stime di crescita per l'Italia. Nel 2009, secondo l'Fmi, l'economia italiana si contrarrà del 5,1% rispetto al -4,4% previsto in aprile. Nel 2010 la contrazione sarà pari ad un -0,1%, a fronte del precedente -0,4% stimato. Anche le stime globali seguono la stessa tendenza: l'economia mondiale, sostiene il Fondo, si contrarrà quest'anno dell'1,4% contro il -1,3% previsto in aprile. L'anno prossimo, invece, il pil mondiale si espanderà del 2,5% a fronte del +1,9% stimato in aprile.
Anche l'Eurostat non vede rosa. In Eurolandia il pil è in caduta libera. Nel primo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo dei paesi aderenti all'Euro è sceso del 2,5% rispetto all'ultimo trimestre del 2008. Lo rende noto l'ufficio europeo di statistica, che, nella sua seconda stima, conferma così i precedenti dati. Si tratta del calo più marcato dalla nascita dell'euro. In tutta l'Unione Europea il calo è stato invece del 2,4%.
Su base annua, rispetto al primo trimestre 2008, il Pil del primo trimestre 2009 è crollato del 4,9% (dato rivisto in peggio, da 4,8) nell'eurozona e del 4,7% nell'Ue. Il dato peggiore nella eurozona resta quello della Germania (3,8%), seguita da Olanda (-2,8%), Italia e Austria (-2,6%). Ma tutti gli stati membri hanno avuto un segno negativo, tranne Polonia e Cipro.
Nel primo trimestre dell'anno le spese per i consumi delle famiglie sono diminuite dello 0,5% nella zona dell'euro e dello 0,6% nell'Unione (dopo un -0,4% e un -0,7% del trimestre precedente). Gli investimenti hanno visto un crollo del 4,1% nella zona dell'euro e del 4,5% nell'Unione (dopo un -4,1% e un -3,4%), le esportazioni sono diminuite dell'8,8% nella zona dell'euro e dell'8,3% nell'Ue-27 (dopo un -7,3% e un -6,6%). Le importazioni hanno segnato un calo del 7,6% nella zona dell'euro e del 7,8% nell'Ue-27 (dopo -5,2% e -5,4%).
Schizza a livelli record il rapporto deficit-Pil. Nel primo trimestre dell'anno - comunica l'Istat - l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche rispetto al Pil è stato del 9,3%, il valore più alto dal 1999, anno in cui l'istituto ha iniziato la serie storica. Nei primi tre mesi del 2008, invece, il disavanzo pubblico è stato del 5,7%, mentre nel quarto trimestre dell'anno scorso è stato del 2,6%.
Nei primi tre mesi del 2009 - comunica l'Istat - le entrate totali sono diminuite del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, con un'incidenza sul Pil del 39,9% (era 39,8% nello stesso trimestre del 2008). Le uscite totali, invece, sono aumentate del 4,6% su base annua e il loro valore in rapporto al Pil è salito al 49,2% (era 45,6% nei primi tre mesi dell'anno scorso).
Nel primo trimestre del 2009 - secondo i dati Istat - il saldo primario (l'indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo e pari a 16,865 miliardi di euro (era -3,133 miliardi nello stesso periodo dell'anno scorso), con un'incidenza negativa sul Pil del 4,6% (era -0,8% nei primi tre mesi del 2008). Il saldo corrente (il risparmio) - aggiunge l'istituto di statistica - nel primo trimestre dell'anno è stato negativo e pari a 21,977 miliardi, contro il valore negativo di 11,257 miliardi dello stesso periodo del 2008, con un'incidenza negativa sul Pil del 6% (era -3% nei primi tre mesi del 2008).
Invece per quanto riguarda la cassa integrazione complessivamente nel primo semestre del 2009 sono state autorizzate 372,9 milioni di ore, contro i 97,5 milioni dei primi sei mesi del 2008 ( 282,3%). La cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 502% rispetto allo stesso periodo del 2008, la straordinaria è quasi raddoppiata ( 99,32%), la cassa integrazione straordinaria in deroga è aumentata del 77,11%.
martedì 16 giugno 2009
LA SOCIETA' DELLE VELINE
Due libri: il primo titolato “La città degli untori” di Corrado Stajano parla di Milano, il secondo “Porno ogni giorno. Viaggio nei corpi di Napoli “ il cui autore è Virgilio Massimiliano parla di Napoli, entrambi riassumono in maniera palese quella che è la nostra società attuale, evidentemente basata sui principi cari al nostro premier: il successo ed il denaro, con la conseguenza di una deriva morale che sembra oramai non più contenibile.
Milano e Napoli sono due città che per la loro ubicazione geografica ben rappresentano il paese nella sua globalità, con evidenti differenze ma un unico comun denominatore : il declino e la perdità di ogni moralità, lo scadere di ogni minimo senso di rispetto e di dignità, ceduti al miglior offerente senza alcun riguardo o ripensamento.
E’ proprio questa la nostra società ? Siamo davvero tutti così o qualcuno ancora si salva dalla deriva populista, si tratta di una società , in definitiva più omologata in un contesto sociale che parrebbe costituito solo da individui che sembrano senza bisogno di istanze sociali , dominato dal virtuale e dall’esibizionismo spinto, dove risulta più comodo presentare candidature di veline, letterine e partecipanti di reality, piuttosto che di persone veramente impegnate e preparate. Si ha così l’immagine di una società fatta di fiction e spettacolo completamente distaccata da una realtà dominata da una delle più gravi delle crisi dal dopoguerra ad oggi ,dal punto di vista morale, civile, politico, culturale oltre che da quello economico, dominato dalla corruzione e dal sempre maggiore coinvolgimento degli affari sporchi delle mafie e delle camorre.
Domina ovunque maleducazione, strafottenza supponenza, arroganza e becera volgarità , ben rappresenta nei talk show dove sono spesso invitati politici la cui unica prerogativa sembra quella di disturbare e di intervenire continuamente, coprendo maleducatamente la voce dell’intervistato, a questo gioco non sono del tutto estranei certi giornalisti, evidentemente proni e zelanti nei confronti della voce del padrone.
Crescono così i consensi incanalati da un movimento che si dipinge come difensore delle autonomie locali e della sicurezza, ma che è in realtà xenofobo e arroccato più sull’idea individualista di proprietà e possesso, che su quelle aperte a politiche di accoglimento ed integrazione, evidentemente lo straniero risulta buono solo per essere adoperato una tantum, per poi essere gentilmente invitato ad andarsene quando la situazione risulta essere meno favorevole.
Cavalcando l’onda emotiva vengono promosse politiche anti immigrazione che riscuotono il plauso dei più. Evidentemente l’idea delle ronde , suggestiona ed attrae molti, termini quali ordine e sicurezza sembrano i più indicati allo scopo, fungendo da specchietto per le allodole, ma che nascondono in realtà politiche spinte a contrastare in qualsiasi modo l’immigrazione.
Si ottiene così la criminalizzazione dell’altro e del diverso, soggetti su cui far ricadere colpe e responsabilità, spesso del tutto estranee. La teoria del capro espiatorio è ben nota e in passato se ne sempre fatto un ampio uso, specialmente per coprire le proprie inadeguatezze. L’informazione televisiva e della carta stampata ci hanno messo il loro zampino in quest’opera diffamatoria, con uso a profusione di inchiostro e parole, affondando a piene mani nel fango della cronaca nera per dipingere gli stereotipi di stranieri dediti solo alla delinquenza e allo stupro.
In conseguenza di ciò, come dimostrato dalle recenti elezioni, la Lega raccoglie i frutti. Ormai il consenso elettorale di cui gode è trasversale, accomunando sia i ceti proprietari ed imprenditoriali che chiedono maggior sicurezza per le proprie attività, sia su quelli di molti lavoratori dipendenti del Nord, che si vedono minacciare il proprio posto di lavoro ed accentuare la precarietà a causa della competizione con i lavoratori stranieri extracomunitari, più disponibili a lavorare in scarse se non addirittura assenti condizioni di sicurezza e salariali in un contesto caratterizzato da consistenti sacche di attività e lavoro “nero”.
E si ripresenta con maggior forza l’altra questione: la volontà di accentuare l’autonomia del Nord Italia da Roma e dal Meridione fino a promuovere spinte realmente secessioniste, ora si presenta concretamente l’opportunità di ripresentare le proposte “federaliste” come grimaldello per un processo secessionista che difficilmente potrà essere contrastato.
Nel mentre le regioni meridionali sono nel bel mezzo di una terribile bufera, piegate dalla criminalità organizzata e da cointeressenze politico malavitose che hanno condannato una buona metà del paese al sottosviluppo morale prima che materiale.
Come ne usciremo e se ne usciremo solo Dio lo sa.
lunedì 11 maggio 2009
DIVORZIO ALL'ITALIANA
Mi sono riproposto di aspettare un pò per avere le idee chiare e per raccogliere sufficiente materiale sull'argomento, che certamente non sarà esaustivo nè completo, dato che la vicenda sarà alquanto lunga e dolorosa.
Articolo 21 - INTERNI
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Silvio e Veronica divorziano e gli italiani scrivono una brutta pagina di maschilismo
di Adriano Donaggio
“E’ una vicenda personale che mi addolora. E’ doveroso non parlare di cose private”. Così Silvio Berlusconi. Dunque vicenda chiusa? Non andò così negli Stati Uniti per la “scappatella” di Bill Clinton che gli costarono due anni di graticola. Non è così per i reali d’ Inghilterra le cui vicende coniugali ed extraconiugali sono continuamente sulle prime pagine dei giornali. Perché la gente cerca di capire la vita privata dei personaggi pubblici? Per un motivo molto semplice. Sanno che l’ immagine che un politico, un uomo di potere, un uomo d’ affari, porta davanti alle telecamere è, per l’ appunto, una messa in scena, un’ apparizione in un setting mediatico. Nel caso di un uomo politico, da cui dipendono le sorti personali di milioni di individui, “spiandone” la vita privata il pubblico cerca di capire se quello che un uomo politico dice e dice di fare, trova conferma anche quando si toglie lo schermo del doppiopetto e al riparo da occhi indiscreti, protetto dalle mura di casa (sua o degli amici) mostra quello che è il suo carattere, quelli che sono i suoi modelli di comportamento. Non quelli recitati, quelli reali.
In altri termini quello che il pubblico si chiede è molto semplice: da questa persona dipende il futuro del mio paese e, quindi, anche il mio futuro, quello della mia famiglia. Quando compare in pubblico questa persona è simpatica, brillante, convincente. Ma quello che mostra di sé è coerente con quello che pensa e fa realmente? Ha degli ideali? Una morale? E’ leale? Posso fidarmi veramente? Queste sono le domande che il pubblico si pone. Sono domande rilevanti. Paradossalmente, spiando la vita privata di un uomo politico, l’ uomo della strada cerca di capire come sarà la sua vita famigliare, condizionata com’ è dalle decisioni che vengono prese da uomini che ci parlano attraverso i giornali e attraverso la televisione. Sì perché, dalle scelte sociali ed economiche di chi governa un paese, dipende l’ andamento della vita “privata” di molte famiglie. Se il Premier dice che la situazione economica è buona io tendo a sposarlo perché spero che il mio domani sia sereno. Ma se quello che dice non è la verità, ma discorsi di facciata tirati fuori per tenermi buono, io come faccio ad essere sicuro, a guardare con fiducia al mio avvenire?
Quello che fa nel suo piccolo l’ osservatore di casa, l’ uomo della strada,lo fa, con altri mezzi e con altra accuratezza, anche la comunità internazionale. Il leader di un paese non è solo l’ uomo eletto dai propri elettori è anche il rappresentante di interessi molto forti e molto delicati. Interessi economici, finanziari, produttivi. Con il leader di un paese devo stringere accordi, fare alleanze, vendere e comprare, fidarmi o non fidarmi. Per paradosso, non è il nostro caso ovviamente, se vengo a sapere che il leader di un paese è un alcolizzato, o quando resta solo, nella suo studio privato, si mette a bere fino a ubriacarsi, come faccio ad avere fiducia nelle decisioni che prende. Posso seguirlo se dichiara guerra a qualcuno? Sono esempi paradossali evidentemente, anche se è certo è che gli stati stranieri studiano bene i comportamenti dei leader di altri stati, danno un giudizio sulla loro affidabilità, e, visto che ci devono trattare, studiano i punti deboli, le conseguenze dei loro comportamenti, come risulta e viene confermato anche dai rapporti pubblicati in questi giorni su Enrico Mattei quand’ era in vita e quando l’ ambasciatore della Gran Bretagna a Roma era una persona ben conosciuta a Venezia, Ashley Clarke. A proposito di Mattei, nei rapporti di allora è scritto: “E’ vanesio e dittatore. Mostra tendenze napoleoniche ed estrema suscettibilità”. Gli interessi che ciascun capo di stato rappresenta sono troppo forti perché i rapporti possano essere risolti a pacche sulle spalle. Dietro ogni capo di stato c’ è una burocrazia che studia le persone che contano negli altri paesi, che tiene nota di tutte le affermazioni, che analizza punti forti e punti deboli. Più una persona è irreprensibile nella propria vita pubblica e privata, più è libero, meglio può difendere gli interessi del proprio paese. Anche per questo è auspicabile che i rapporti personali tra Berlusconi e Veronica Lario vengano risolti al livello più alto. In ogni caso, due o tre cose vanno dette. In questo caso c’ è stato un ritorno di un maschilismo della peggior specie che speravamo morto, sepolto. “Cosa vuole Lei che è stata un’ attrice (come se Berlusconi, sapendolo non l’ avesse stimata, sposata, passato con lei momenti felici, avuto dei figli)”. Oppure “taccia o divorzi”. Ma cosa siamo? In pieno ottocento? Oltre a tutto l’ ira di una moglie che ha letto certe frasi che riguardano il marito come può essere censurata in modo così greve? Perché noi dovremmo metterci in mezzo? Come ribadisce Il Corriere della sera del 4 maggio, è stata la ragazza interessata a dichiarare “Lo chiamo papi, vado a trovarlo a Roma, a Milano”. Mia moglie sarà una donna particolare, ma sono convinto che se avesse letto dichiarazioni del genere fatte da giovane ragazza e riferite a me, credo proprio che si sarebbe infuriata e penso che non avrei passato un bel momento.
Al di là dei problemi che riguardano Berlusconi e Veronica Lario (a entrambi auguriamo che si risolvano nel modo che tutti e due considereranno migliore), resta un altro problema. Il silenzio della Chiesa. Così severa, puntigliosa, sul caso Englaro, così assente sulla vita famigliare degli uomini politici. Non invochiamo moralismo . . . Dio ce ne guardi. Certo fa impressione sentire leader divorziati sostenere che il loro partito è l’ unico che difende i valori cristiani. Siamo abbastanza abituati ai silenzi della Chiesa. I giornali americani, e non solo, si sono lamentati per il silenzio sui preti pedofili. In Italia lascia perplessa l’ estrema cautela con cui sono trattati sacerdoti implicati in casi certo non specchiati (fosse stato trattato così il padre della Englaro). Certo gli uomini politici fanno leggi, decidono stanziamenti (anche a favore dei poveri naturalmente e come è giusto che sia), non possono essere messi alla gogna perché sarebbe ingiusto, ma certo rimpiangiamo il Coraggio di Papa Giovanni Paolo II che va in Sicilia e grida ai mafiosi “pentitevi”. Forse qualche sfumato invito ai politici a risparmiarci le loro prediche morali in qualche caso non sarebbe disprezzabile. Anche per aiutare la gente a capire che un certo stile di vita non è il modello dei modelli. E’ augurabile che mentre qualcuno parla in pubblico di meticciato culturale,in altre parti, in privato non vada avanti un meticciato etico. O peggio, un meticciato morale. Ah! Se alla Chiesa bastassero una bisaccia e due calzari!
I vestiti dell'imperatore
di Nella Condorelli *
La moglie dell'imperatore gli sbatte la porta in faccia e l'imperatore resta nudo.
Le donne italiane restiamo a guardare che succederà adesso. Perché di certo, sbattendo la porta in faccia al suo potente marito, la signora non solo ha messo ufficialmente in crisi il suo matrimonio con l'uomo che si vanta di essere il più amato di ogni tempo, ma l'ha messo in crisi additandolo, quest' uomo, a quella mezza Italia di sesso femminile che fa la ola festante quando passa Silvio, come il marito che nessuna vorrebbe trovarsi a subire.
Il marito che ti umilia davanti a tutti, andandosene con altre donne. Il marito che se ne frega delle festicciole casalinghe, quando i bambini spengono le candeline. Il marito che ti risponde, anzi non risponde, con l'aria impunita del maschio che tutto può. Il marito dell' età del nonno che con le diciottenni vorrebbe giocare al dottore.
L'imperatore marito che dopo avere creato veline e letteronze, - tentò anche con le velone, ve le ricordate? desistette sol perché il troppissimo è troppo anche per lui, e poi non vendevano -, insomma, dopo aver prodotto teneramente confezioni di letterine in serie, essersele spupazzate sulle ginocchia con foto di turno, si calza addosso anche i panni del caligola che sedette in senato il suo cavallo. Tanto per umiliare i senatori, mica perché credeva nel cavallo...
Il marito da bar sport che ti fa le crasse battute sul culo e le tette delle signore altre, e siccome è il gradasso del quartiere tutti ridono, un po' per paura un pò per tenerselo buono un po' perché c'è sempre il maschio che si identifica...
Chi di noi, parliamoci chiaro, vorrebbe trovarsi a subire un marito simile? Quante parenti, colleghe, amiche, vicine di casa, clienti della parrucchiera e del salumiere, donne ignote che non vedremo mai ma di cui sappiamo per voci e racconti e gossip minuti al tempo della messa in piega..., quante ne conosciamo insomma disposte a non mandarlo a quel paese, un marito così?
Fatti privati, si dirà...Tra moglie e marito non mettere il dito..., un proverbio che vale per tutti.
Eh no, proprio no.
Il fatto che stiamo parlando del capo del Governo italiano, del presidente del Consiglio dei ministri, del responsabile del potere esecutivo, che nel nostro caso attuale coincide pure con il capo del gruppo politico e parlamentare che detiene il potere legislativo, e con il capo della maggiore impresa privata italiana di comunicazioni, con un'audience in perenne rivalità con quella del servizio pubblico rappresentato da una Rai anch'essa sotto stretto controllo del Governo, obbliga a dare una dimensione pubblica e politica alla denuncia della signora Veronica Lario. Alla sua annunciata richiesta di divorzio.
Squisitamente politica nella misura in cui riflette e denuncia il punto di vista di Berlusconi e del suo Governo sulle donne e le questioni di genere.
Avanzano, dietro le parole di Veronica Lario i fumi di politiche femminili senza costrutto che ci tocca ogni giorno seguire senza brio, quando non addirittura lesive di diritti consolidati o da consolidare. La questione del lavoro e dell'occupazione, la questione dei servizi per le lavoratrici, la questione del doppio lavoro e dell'età pensionabile, la questione delle lettere di dimissioni in bianco, la questione delle donne immigrate, la questione della rappresentanza politica paritaria, la questione dell'immagine plurale delle donne nei media, la questione della violenza sessuale e peggio, di quella domestica...
Le centinaia di migliaia di donne picchiate in casa, maltrattate, umiliate davanti ai figli, ai parenti, ai vicini di casa, all'amante di turno... Racconti tristi di solitudini femminili, non meno tristi se lo scenario è la villa di Macherio, hinterland di Arcore.
Che su Veronica Lario si aprirà adesso un fuoco di fila senza precedenti, non dubito. Già si vede da certi paginoni di giornali, che non hanno esitato a mettere in prima pagina le sue foto di giovane attrice per dimostrare - quale incredibile acrobazia - che anche lei viene da quel mondo, il mondo dello spettacolo.
E allora?, collega Feltri, ci spieghi bene il nesso, perché noi non riusciamo a capire quale nesso ci sia con le veline e le letteronze catapultate in parlamento dalle ospitali ginocchia cannone del Capo. Catapultando con loro la metà femminile del Paese, e quella maschile pure, in una condizione di sudditanza direi feudale, che annulla conquiste di diritti e dignità personali e collettive. Incredibile condizione, che riflette lo spessore (?) morale e culturale in cui è precipitato il nostro amato Paese, e noi con esso.
Dice niente che nessuno alzi la voce contro trasmissioni che inneggiano ai "raccomandati", piantando nell'immaginario collettivo la vocazione al vassallaggio?
Dove sono le associazioni di genitori, i comitati ministeriali a tutela dei Diritti del Fanciullo, le organizzazioni della stampa tenute a vigilare sull'applicazione dei codici per i bambini, gli ispettorati per la vigilanza sul lavoro minorile..., dove sono il sabato sera quando bambine di otto e nove anni vengono esibite sul palcoscenico musicale della Rai di servizio pubblico, pur di fare audience sulla loro giovanissima pelle, mentre dovrebbero stare allo zecchino d'oro?
È così difficile pensare che stiamo avallando la costruzione di nuove batterie di letterine e velinonze, giù sempre più, dalle prime soglie dell'infanzia, ormai...
Adesso, la domanda riguarda dritto dritto il presidente del Consiglio.
Che farà Silvio Berlusconi, messo a nudo da sua moglie? Staremo a vedere. Intanto, ha fatto quel che fa ogni marito al bar sport in circostanze simili: la butta sul sentimentale.
C'è chi porta la piantina di fiori, e chi si spreme una lacrima, tutto va bene quando l'obiettivo è gestire una moglie infuriata, e tirare avanti....
Lui si detto "addolorato": nel suo caso, c'è da gestire un'intero elettorato, il rischio è ritrovarsi senza case per la vecchiaia.
A Veronica Lario, donna di polso, che non ha esitato di dimostrare che il privato è politico, offriamo con meditata consapevolezza tutte le case simboliche della solidarietà femminile. Women è una di esse.
*Nella Condorelli - Direttore Women In The City
Silvio e Veronica, tema privato o pubblico?
di Giuseppe Giulietti
Gli aspetti privati dello scontro a casa Berlusconi non ci interessano. Diversa è la questione quando la signora Veronica accusa il marito di atti e di scelte che in qualsiasi altro paese europeo, anche laddove non si prega, aprirebbero una crisi di proporzioni devastanti. Non si tratta, infatti, di giudicare i comportamenti privati, ma di valutare gli atti di chi in pubblico dice una cosa per conquistare i consensi e in privato ispira i propri comportamenti a ben altro stile di vita. Questo tipo di doppiezza ha portato alla caduta politica di Clinton, questo tipo di doppiezza è sanzionato moralmente in tutti quei paese nei quali non si lanciano crociate contro le unioni di fatto,contro i diritti degli omosessuali, contro le tante famiglie Englaro che, in Italia, sono state letteralmente oltraggiate da una inedita alleanza tra la parte peggiore del trono e dell’altare.
Delle vicende private di Silvio e di Miriam, come ci ha scritto, Ottavia Piccolo, ci interessa poco o nulla,ma il risvolto pubblico ci interessa e non poco.
Nelle parole della signora Berlusconi ci sono accuse non rimuovibili,se non con risposte pubbliche e chiare.”Mio marito frequenta le minorenni…”, rappresenta una frase pesante come un macigno, lo sarebbe per chiunque,figurarsi per un presidente del consiglio in carica. Lo è ancora di più per un presidente che si è definito il papà delle famiglie, il defensor fidei,colui che si oppone alla avanzata dei nuovi barbari che vogliono distruggere la famiglia tradizionale.
Noi non parteciperemo al finto referendum tra gli amici di Silvio e quelli che tifano “..per la compagna Veronica...” Questa modalità di discussione ci fa orrore ed è funzionale alla trasformazione di una delicatissima questione etica e politica in una puntata del Grande Fratello o di Amici.
Quello che ci sorprende,e lo diciamo con grande rispetto e con un certo imbarazzo,è il silenzio quasi assoluto di quanti,e tra questi non pochi esponenti della Chiesa cattolica,hanno trovato il modo di far sentire la loro voce contro il papà di Eluna Englaro,contro Prodi che non difendeva la famiglia italiana, contro il cosiddetto relativismo etico e ora non trovano il tempo di dire una sola parola contro il relativismo dei comportamenti degli atei non più devoti.
Non sappiamo come andrà a finire tuta questa storia,probabilmente un plotone di esecuzione mediatico riuscirà a polverizzare le ragioni della signora Veronica e a restaurare l’immagine di San Silvio, protettore della bella famiglia italiana,ci auguriamo solo che dopo essere riuscito ad ottenere dal Parlamento il lodo Alfano che lo tutela dal codice civile e penale,non riesca ad ottenere da una chiesa troppo benigna anche una modifica dei dieci comandamenti…
Se l'imperatore fa senatrici le sue cavalle
Non vicende private ma problemi politici nell'Italia declassata da Freedom H.
4 maggio 2009
«Tra moglie e marito non mettere il dito». Lo ha ripetuto anche il segretario del Pd Dario Franceschini. Ma come non capire che i rapporti tra Silvio Berlusconi e le sue amichette non sono un affare privato, ma un problema politico? Le gocce che hanno fatto traboccare il vaso della pazienza di Veronica sono state le veline messe in lista alle europee («Il divertimento dell'imperatore») e la partecipazione di Silvio alla festa dei 18 anni di Noemi Letizia in una discoteca di Casoria («Non ha avuto tempo di venire ai compleanni dei suoi tre figli»). Ma tutto ciò non è solo un problema di Veronica: i problemi personali di Berlusconi sono purtroppo diventati problemi politici di questo disgraziato Paese: se le veline diventano parlamentari europee; se le amiche di Silvio diventano ministre della Repubblica; se le sue favorite devono avere un posto nella tv pubblica (vedi le telefonate a Saccà); se i tempi parlamentari di una legge (quella contro le intercettazioni) dipendono dalle accelerazioni e dalle frenate della vicenda giudiziaria che riguarda le telefonate di Evelina Manna ed Elena Russo... Allora è chiaro che le avventure del Cavaliere del Cialis, come lo chiama Dagospia, non sono più un fatto privato, ma un problema politico su cui sarebbe bene mettere non solo un dito, ma entrambe le mani.
E il comportamento dei giornali e giornalisti di Berlusconi (dal Giornale a Chi, da Vittorio Feltri a Giuliano Ferrara), che si scatenano contro Veronica che ha osato alzare la testa, sono l'ennesima prova che il sistema dell'informazione è malato, nell'Italia che anche Freedom House declassa da Paese libero e Paese parzialmente libero.
La prova di quanto grave sia la situazione la dà lo stesso Berlusconi, nell'intervista al direttore della Stampa Mario Calabresi. Quando spiega, senza rendersene conto, quali sono i suoi criteri di scelta dei candidati (in questo caso: delle candidate) da mettere nelle liste elettorali. Barbara Matera? «Me l'ha presentata Gianni Letta, dandomi le migliori garanzie. È di una famiglia buonissima e secondo le accuse ha la colpa di aver fatto l'annunciatrice, come le signorine buonasera di tanti anni fa, non ha mai sgambettato mezza nuda da nessuna parte, non è una velina».
Le tre escluse dalle liste dopo le proteste di Veronica: «Una ha lavorato cinque anni all'Onu e parla cinque lingue, la seconda era figlia di un tipografo di Avellino che ha sempre aiutato i nostri ed eravamo felici di darle un'occasione; la terza, Cristina Ravot, è una professoressa di musica e canta, è una che ha del talento ed era l'unica che avevamo per la Sardegna, era un candidato presentabile e mi dispiace proprio che alla fine sia rimasta fuori». Capito quali sono i criteri di selezione?
E le tre sopravvissute? «Una si chiama Licia Ronzulli, fa la manager in un ospedale di Milano, si occupa della gestione delle sale operatorie e fa anche attività di volontariato: due volte l'anno va in Bangladesh dove mettono in piedi delle strutture per operare bambini che hanno malformazioni. Poi c'è Lara Comi che è stata capo del nostro movimento giovanile in Lombardia, è una ragazza bravissima e laureatissima. Lavora da quello dei giocattoli, da Preziosi, che anzi è dispiaciuto che gliela porto via».
Un’umiliazione collettiva per le italiane
Posted by Cloro in Italia, Media, Politica on 05 3rd, 2009 | 12 responses
Puo’ esimersi questo blog “cloro” dall’immergersi nel delirio gossipparo della Veronica che divorzia? No, soprattutto dopo aver letto questo articolo di Maria Grazia Rodotà “Lario costretta alle dimissioni da moglie“.
In un paese dove non si dimette mai nessuno, l’unica VIP importante che lo fa è quella che era designata alla “carica” di “Moglie del premier”. Viene in mente la dignitosissima “separazione in casa” dei coniugi Roosvelt, dove, specialmente nella moglie il dolore per un amore finito aveva stimolato finanche capacità “filosofiche”. Qui invece ci ha pensato Feltri che con un pezzo che passerà alla storia del giornalismo e qualche foto di Veronica a seno nudo di piu’ di vent’anni fa, ha pensato bene di dare un tocco di cultura al mero gossip, fornendo un’interpretazione originale, profonda, meditata e soprattutto dignitosa per le donne in generale su come dovrebbe essere la moglie di un presidente del consiglio del “calibro” di Berlusconi al giorno d’oggi.
I fatti: Berlusconi va al compleanno di Noemi che esulta e lo chiama papi, col beneplacito della madre e del padre e tutti sono pieni di gioia per una così strabordante partecipazione. Veronica lo richiama pubblicamente per non essere mai andato al compleanno dei figli e così dà modo a quel rispettoso e paritario Feltri - un vero signore dotato di classe, educazione e savoir faire- di punirla pubblicando foto ose’ della Lario, scrivendo che “era una velina anche lei”, che non deve dimenticare da dove viene e sottintendendo: “come si permette di parlare” STA VELINA INGRATA E PURE STAGIONATA! Non so se, come dice Veronica Lario, Berlusconi è stato con delle minorenni. Non mi sembra affatto così improbabile perchè poi, in fondo, critichiamo l’India e l’Arabia Saudita dove promettono le bambine a doviziosi ometti di mezza età, ma a pensarci certi genitori pure qui non disdegnano tale barbarica prassi. Diciamo pure che i media insegnano anche a estorcere (o a costruire pedagogicamente) il consenso di certe “lolite”, che con magno gaudio si consegnano a un tale destino. In ogni caso una cosa è certa: un simile bailamme di maiali, di troie (non necessariamente donne), di ruffiani di famiglia, di lenoni d’alto bordo giornalistico e di castellane offese, il minimo che poteva capitare e’ l’annuncio di Veronica “the italian first lady”, che, appunto, dà le dimissioni da moglie. Che non puo’, almeno sul piano simbolico della necessità di un riscatto per come vengono considerate le donne in questo paese, non suscitare la nostra simpatia. O almeno la mia.
Veronica, un fatto non privato
Vorrei partire da un fatto che sembra privato e che verrà spacciato per un fatto privato e che so che molti di quelli che vedono questo appuntamento considerano privato e quindi immagino già i commenti “ecco questo parla del divorzio tra il Presidente del Consiglio e la moglie, invece di parlare di cose serie”.
Guardate è un affare estremamente serio se il Presidente del Consiglio ha rilasciato interviste praticamente a tutti i giornali e sta cominciando a dichiarare a tutto spiano, a proposito del comportamento a suo dire tenuto dalla moglie, segno che i suoi sensori che sono sempre molto attenti segnalano un allarme. Un allarme perché forse certi comportamenti quando vengono descritti esattamente per quello che sono sono considerati un po’ eccessivi persino in un paese corrivo come l’Italia e da un elettorato corrivo come il suo.
I fatti sono molto chiari e voi sapete c’è una festa per i 18 anni di una ragazza, in quel di Casoria tra l’altro non stiamo parlando di una località mondana, e a un certo punto a questa festa per i 18 anni di questa ragazza si presenta il Capo del Governo, Capo del Governo che naturalmente non può pensare che la notizia rimanga riservata in quanto è difficile partecipare in clandestinità a una festa con decine e decine di persone. Tanto più che la ragazza poi e la di lei madre sono molto chiacchierone e quindi rilasciano copiose interviste, dalle quali si apprende che entrambe chiamano il nostro Presidente del Consiglio o “papi” o “papino”. I casi sono due: o c’è un rapporto filiale tra la ragazza e “papino” oppure c’è un rapporto di altro tipo visto che pare che i due si frequentino da anni, lui a Napoli lei a Roma etc..
E fin qui fatti suoi. Fatti suoi fino a che non vengono fuori perché quando vengono fuori diventano fatti di tutti e si ritorcono come un boomerang, per chi vuole prestare attenzione a queste cose, contro colui che ha fatto un uso smodato della sua famiglia adorata, della sua Sacra Famiglia, della sua Famiglia Reale, facendosi immortalare in pose regali dai suoi giornali di gossip, facendosi immortalare mano nella mano, le foto di gruppo con i parenti, ancora l’estate scorsa dopo gli screzi pubblici con la moglie, i libretti autoencomiastici prodotti da Bondi per le campagne elettorali, tipo Una storia italiana o quelle delle elezioni del 2006 con queste scene di idillio familiari tra i fiori, i prati etc. etc..
Quindi chi poi addirittura partecipa e patrocina i Family Day e si proclama davanti al Santo Padre un crociato difensore della famiglia tradizionale, chiede addirittura a un vescovo di derogare alle norme canoniche per consentire di fargli la comunione, sebbene divorziato una volta. Beh tutte queste vicende inevitabilmente diventano pubbliche ma facciamo finta che anche queste debbano rimanere private, facciamo finta che in un altro paese la amicizia improvvisamente scoperta tra una ragazza che ha appena compiuto 18 anni e che fino al giorno prima ne aveva 17 e quindi era minorenne, ci siamo? E il Presidente del Consiglio possa rimanere confinata nel privato, immaginate in quale paese rimarrebbe confinato nel privato e immaginate per quale motivo mai in Italia dove i giornali di gossip, quasi tutti pubblicati e mandati in edicola da Berlusconi, si occupano dei fatti degli altri perché questi fatti suoi non dovrebbero essere paparazzati come si dice dai giornali e dai siti di gossip, per quale motivo in Italia l’unico che avrebbe diritto a farsi i fatti suoi dovrebbe essere l’uomo più pubblico. Mentre invece personaggi privati vengono continuamente sbattuti sui giornali con le loro love story anche se non vogliono, o con le loro presunte love story, qualcuno di voi ricorderà come Il giornale buttò addirittura in prima pagina un cosiddetto bacio galeotto tra Di Pietro e una tizia che poi si scoprì essere semplicemente la partecipante a una festa dove c’era anche lui, avevano isolato la scena rispetto a altre decine di persone. La stessa cosa che avevano fatto quando era processato a Brescia e lo fotografarono con una ex commessa credo della Standa, che però partecipava a una festa dove allargando l’inquadratura si sarebbero viste decine e decine di persone e invece naturalmente fu messa in copertina, credo fosse Giuliano Ferrara il direttore di Panorama all’epoca, quella inquadratura ristretta proprio per farlo risultare un poco di buono e un traditore.
Quindi ci si deve mettere d’accordo una volta per tutte, può l’editore dei giornali di gossip che si fanno gli affari degli altri invocare per se di potersi fare gli affari suoi al riparo? Facciamo finta che ci sia un lodo gossip per Berlusconi e che si debba quindi stendere un velo pietoso sull’intera vicenda.
C’è però un aspetto che non è il divorzio, che non sono i suoi rapporti con la moglie ammesso che ve ne fossero già prima perché lo sapevano tutti che da anni i due non vivevano più insieme e non passavano le vacanze insieme, si concedevano ogni tanto a qualche fotografo e a qualche paparazzo per fingere una unione che non c’era più, pare che l’unione si reggesse su un accordo per cui lei gli teneva la parte della moglie riservata, a patto che lui tenesse un comportamento dignitoso, questa è una parola che ricorre spesso nelle interviste o negli spifferi di Veronica. Comportamento dignitoso che è abbastanza incompatibile con le pubbliche sceneggiate e con le pubbliche esternazioni del latrin lover di Arcore. E allora ogni volta che ci sono queste sceneggiate lei ha reagito e adesso pare che abbia deciso di troncare.
Il “papi” non sta bene
Ma l’aspetto pubblico di tutta questa vicenda è ciò che dice la moglie del Presidente del Consiglio, la donna che dovrebbe conoscerlo meglio, dico dovrebbe, ma che sicuramente lo conosce bene, la quale dichiara: 1) non posso stare uno che va con le minorenni; 2) le chiedono di questa ragazza che lo chiama “papi” e che qualcuno aveva insinuato potesse essere la figlia naturale del Cavaliere e lei risponde “magari fosse sua figlia!”; 3) aggiunge e questa ve la devo citare testualmente “ho cercato di aiutarlo come si fa con una persona che non sta bene, ho pregato chi gli sta accanto di aiutarmi in questo ma è stato tutto inutile”. La domanda è: è privato il fatto che il nostro Presidente del Consiglio non sta bene o si comporta come uno che non sta bene, naturalmente non stiamo parlando di salute fisica, stiamo parlando di equilibrio nei comportamenti, sapete che tutto ciò è argomento di pubblico dibattito nelle democrazie, la salute fisica e mentale del capo del governo, addirittura l’età in certi paesi diventa un problema, negli Stati Uniti McCain dopo le chiacchiere sul fatto che era un po’ rincoglionito perché molto avanti negli anni ha dovuto depositare, a beneficio dei giornalisti che hanno potuto consultarle per un giorno intero, le sue cartelle cliniche. Quindi stiamo parlando l’equilibrio del Presidente del consiglio e l’eventuale, lo dice sua moglie, frequentazione con minorenni sono problemi di dibattito pubblico, infatti fateci caso – è questo il tema di come l’informazione depista – nessuno tranne un fugace accenno del Tg3 dei telegiornali della giornata di ieri ha mai riportato queste due dichiarazioni clamorose, gravissime se fossero vere, della moglie del Presidente del Consiglio. Alcuni liquidando semplicemente la cosa come un normale divorzio, tra l’altro notate Mediaset se anche divorzia il cane o il gatto della famiglia Reale dell’ultimo atollo del Pacifico ci fa su sei servizi, ieri si parlava del divorzio del nostro Presidente del Consiglio l’hanno liquidato con tre battute da studio imbarazzate. Ma anche alla RAI, ripeto a parte una citazione, nessuna frase che riguardasse queste dichiarazioni che sono il cuore del problema Veronica che dice “1) non posso stare con uno che frequenta minorenni; 2) il mio ex marito non sta bene, avevo pregato chi li stava intorno avevo cercato anche io di aiutarlo”. E questo è un problema del quale bisognerebbe sapere, alla prima conferenza stampa bisognerebbe chiedere notizie sulle eventuali minorenni e sull’eventuale non star bene, immaginate le conferenze stampa all’italiana.
Adesso vedrete che la stampa e la televisione seguiranno passo passo il Cavaliere che porterà gli italiani lontano dal cuore del problema e ha già cominciato a farlo, ci accompagnerà proprio a forza a reti unificate a abbandonare il cuore del problema, eventuali minorenni, eventuali problemi di squilibrio, per andare in altra direzione. Leggo Berlusconi, Stampa “Berlusconi, mi dispiace per i miei figli ma questa volta è finita”, dispiace a lui per i suoi figli ai quali sempre secondo la moglie non concede nemmeno la sua presenza alle feste per i loro 18 anni, mentre va a quelle di altre improbabili personcine che lo chiamano “papi”. “Ho tenuto una situazione difficile ma ora non si può più andare avanti, non voglio dire nulla di male su di lei – facendo intendere che potrebbe dire delle cose brutte su Veronica che lo sopporta dal 1980 – quello che accade tra noi fa parte di una storia privata” e abbiamo visto che purtroppo non tutta questa storia è privata. “Mia moglie è cascata in un tranello come una ingenua ma contro di lei non dico niente di male, la storia delle veline è una macchinazione” tenete a mente eh perché a ogni intervista c’è un passo ulteriore, “non dirò niente di male su di lei” alla Stampa non dirò niente di male perché a Il corriere dice “è Veronica che deve scusarsi , so da chi è consigliata, meglio sobillata, la verità verrà fuori, il divorzio potrei chiederlo io”. Questa è ribaltamento totale della situazione, all’improvviso è la moglie che deve scusarsi con lui per averlo colpito in campagna elettorale come se in campagna elettorale si dovesse sopportare di tutto, oppure come Fantozzi quando si pesta il dito mettendo in piedi la tenda che per non urlare e svegliare gli altri attraversa l’intera foresta trattenendo le urla per poi andare a urlare un quarto d’ora dopo! Questo è quello che lui pretendeva dalla sua signora, che però dovrebbe scusarsi con lui.
Ma ancora Repubblica, altra intervista “mia moglie vuole mettermi i figli contro – come se non ci fosse riuscito abbastanza lui da solo – se vuole così ora saremo durissimi. Saremo durissimi è quello che si può prevedere e cioè quello che è successo in questi anni a tutti i personaggi che hanno osato mettersi di traverso sulla strada di Berlusconi.
Il pool di Mani Pulite, schedato, spiato, calunniato, diffamato, martellato, massacrato a reti unificate e sui giornali della Real Casa, Stefania Ariosto, una donna che è stata, hanno tentato - perché poi ha una tempra di ferro – di distruggere in ogni modo chiamandola con gli insulti più terrificanti, più maschilisti, insinuando delle cose inaudite e poi tutti i giornalisti che sono stati epurati, mentre venivano epurati dovevano essere anche squalificati moralmente, massacrati e quindi bisognava fare apparire che l’epurazione era giusta perché si trattava di bloschi figuri, Montanelli prima e dopo la sua cacciata da Il giornale, fino alla morte, fino a 92 anni e cioè fino al 2001. Biagi, Santoro, Luttazzi, Sabina Guzzanti le diedero addirittura della drogata, Grillo ne sa qualcosa quando ogni volta che usciva di casa incontrava qualche spione travestito da giornalista o viceversa che interrogava l’eventuale personale di servizio per vedere se magari si era messo le dita nel naso o aveva detto le parolacce o se magari non aveva ritirato uno scontrino, cose di questo genere. È una sorte che tocca a tutti coloro che vengono a trovarsi di traverso sulla strada del padrone d’Italia e quindi si può immaginare cosa succederà a questa donna e si può immaginare soprattutto per quale motivo ha tentennato così a lungo prima di arrivare a questo passo, perché arrivare a questo passo significa ritrovarsi soli contro l’uomo più potente d’Italia e forse non solo d’Italia, in grado veramente di fare male quando decide di essere durissimo, cioè quando capisce che qualcuno non può essere comprato.
L’informazione seguirà questa strada e avremo una specie di guerra dei Roses nella quale lui farà la vittima e comincerà a diffondere infamie che non troveranno smentite, perché lui possiede tutto e lei non possiede niente, anzi forse sarebbe il caso che la signora si liberasse del Foglio che gentilmente aveva accettato per conto del marito di svolgere il ruolo di editore prestanome, esattamente come lo sono il fratello per Il giornale e i figli per la Mondadori, la figlia di primo letto per la Mondadori. In realtà ha sempre continuato a comandare lui come comanda lui nelle televisioni e come comanda lui in RAI.
L’importante è che chi ci tiene a capire qualcosa di questa vicenda non perda mai di vista il punto di partenza che sono quelle due frasi “è una persona che va trattata come una persona che non sta bene” e l’altra frase non so se è vera ma lo dice sua moglie “non posso stare con uno che va con le minorenni”.
Silvio Berlusconi, che dirà il Santo Padre che vive a Roma?
di Gennaro Carotenuto, lunedì 4 maggio 2009, 09:57
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Violeta Parra, ormai mezzo secolo fa, si domandava che avrebbe pensato il Santo Padre se fosse venuto a conoscenza di una triste storia cilena. Non è passato un mese da quando l’Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale del Vaticano, fece il più pieno degli endorsement (adesione, appoggio, approvazione) al “Partito della Libertà” di Silvio Berlusconi, “il maggiormente in grado di esprimere i valori comuni italiani, tra i quali quelli cattolici sono una parte non secondaria”.
Nessuno può pretendere che i valori di Papa Benedetto XVI siano vicini a quelli laico-progressisti, ma sarebbe importante che il papa, che appena un mese fa faceva dichiarare all’Osservatore Romano di vedere nel partito di Berlusconi incarnare i valori cristiani, cosa pensa di quelli che dovrebbe considerare evidenti e pubblici segnali di dissolutezza morale da parte del Presidente del Consiglio.
Cosa pensa “il Santo Padre che vive in Roma” della frequentazione venuta a galla in questi giorni tra il Capo del governo ed una minorenne? I media e perfino la moglie di Berlusconi, che ne fa pubblicamente uno dei principali motivi per chiedere il divorzio, usano perifrasi dietro le quali qualunque cittadino (cattolico e non) può vedere emergere lo spettro della pedofilia.
Cosa pensa Joseph Ratzinger delle ripetute esternazioni del Presidente del Consiglio che si vanta continuamente di avere relazioni sessuali al di fuori del matrimonio (tre ore per notte dichiara lui stesso)? Cosa pensa il Santo Padre del nuovo divorzio del fondatore e capo assoluto del partito che secondo l’Osservatore Romano maggiormente esprimerebbe i valori cattolici?
Il Santo Padre, il Vaticano e la CEI considerano probabilmente di avere degli importanti motivi per andar d’accordo con il governo italiano fino a farne politica di Stato. Ci permettiamo di essere perplessi dei motivi dell’attuale riserbo rispetto al fervore pubblico di un endorsement così netto per un partito dalle molte contraddizioni non soltanto in materia di “morale sessuale”.
Forse è comprensibile che il Vaticano abbia gran attenzione per la propria ragion di Stato. E’ lecito però domandarsi per quanto tempo i cattolici, quelli che credono nei valori cristiani, nella famiglia, nell’indissolubilità del matrimonio, nell’esclusività della sfera coniugale per il sesso, nell’inviolabilità dei minori, potranno sopportare questo farisaico sepolcro imbiancato.
Sarò un vipero, sarò
"Sono brave e belle e la Carfagna... guardatela, se non fossi già sposato me la sposerei". (Silvio Berlusconi, 31 gennaio 2007)
Eh, si. Se lo toccano dove è il suo debole...
Critica la moglie perchè va in piazza a lavare e sciorinare i panni sporchi e puzzolenti e lui che fa? Rilascia interviste di qua e di là sui giornali (ai direttori in persona, degradati al rango di valletti raccoglitori della versione del Re), lasciando che premurose badanti riprendano le sue invettive ed il suo abituale chiagni e fotti in appositi servizietti del TG da dare in pasto ai telespettatori serali.
Inserisce la modalità turbominchia ed inanella una serie di invettive sulla vicenda del suo divorzio, sapendo che nessuno, per il momento, oserà andare ad ascoltare la campana di sua moglie. Nel senso di offrire anche a lei la prima serata ed una bella intervista completa invece di un lancio d'agenzia.
Il Vipero ha modo di rivoltarsi ben bene e di fare ciò che sa fare meglio, come ha giustamente previsto Veronica: rivoltare la frittata. Se non lo conosce lei dopo trent'anni, chi volete che lo conosca? Il dubbio che anche stavolta, rispondendo alle domande, mi si perdoni l'uso di questa parola forte, fosse in modalità menzogna è forte.
"Sono andato al compleanno di Noemi (a Piertopa 'e Casoria) perchè sono amico del padre". Riporto per intero perchè merita:
"Quel giorno mi telefona il pa¬dre, un mio amico da tanti an¬ni. E quando sa che in serata sarei stato a Napoli, per controllare lo stato di avan¬zamento del progetto per il termovalorizzatore, insiste perché passi almeno un attimo al compleanno della figlia. So¬lo due minuti, mi assicura. La casa è vicina all’aeroporto. Mi faresti un grande regalo. Non molla. Io non so dire di no. Era¬vamo in anticipo di un'ora e ci sono andato. Nulla di strano, è accaduto altre volte per com¬pleanni e matrimoni. Pensi che ho fatto le fotografie con tutti i partecipanti, i camerieri, persi¬no i cuochi. Le pubblicherà Chi sul prossimo numero perché me le ha chieste quel diavolo di Signorini». D’accordo, pre¬sidente, ma perché quella ragazza Noemi la chiama papi? «Ma è un scherzo, mi volevano dare del nonno, meglio mi chia¬mino papi, non crede?"
Pinocchio, per molto meno, sfondò il vetro di una finestra. E' stato sbugiardato dai Craxi al completo in merito all'autista di Casoria, eppure insiste.
Lapidario il commento di Madame Berlusconi all'episodio napoletano: "Magari fosse sua figlia".
"So da chi è sobillata mia moglie". Vediamo: Cacciari? Maria Latella la sua biografa ufficiale? Un maggiordomo, come nel caso di Lady Di, Brooke Logan?
"Non è vero che avevo candidato le veline". Ma come, sono loro stesse che lo dicono e si lamentano della trombata rimediata. Avevano addirittura già firmato dal notaio.
"Non sono veline, sono laureate". Quindi, Maestà nano, posso candidarmi anch'io che sono laureata e mi prende lo stesso anche se ho la cellulite e quasi cinquant'anni?
"E che male c’è se so¬no anche carine? Non possia¬mo candidare tutte Rosy Bin¬di... " Il solito gran signore.
"Mia moglie dovrà chiedermi scusa e non so se basterà". Uuuh, cosa viene dopo l'autodafé? Un bel rogo stile Inquisizione?
Non ci sono più dubbi, la vittima è lui, preda del maleficio della solita strega e gli itagliani si addormenteranno questa sera, girandosi e scorreggiando dall'altra parte, convinti che il povero Silvio non lo lasciano lavorare.
Ora però, ascoltato il campanone di Silvio, la vogliamo far suonare la campanella di Veronica? No perchè, giusto giusto, sento la mancanza del contraddittorio.
La volgarità al potere
Italia, sec. XXI, esempio di arte di regime, attribuito alla bottega di tale Filippo Panseca.
Titolo dell'opera: "Nemmeno Nicolae ed Elena avevano mai osato tanto"
Ho sempre avuto simpatia per Veronica Lario e da oggi che finalmente si è decisa a chiedere il divorzio al vecchio satiro ne ho ancora di più, pensando al coraggio che deve avere per mettersi contro il più amato dagli italiani e assumere un ruolo che da domani sarà quello della peggiore delle infami, sputtanata, rapata a zero e portata in giro a reti unificate. Ecco gli scherani di regime cosa scrivono già di lei:
"... Posso solo dire che nei panni della signora - e mi è difficile immaginarmi coi tacchi a spillo - avrei agito diversamente, anche solo per evitare il rischio di un ricovero coatto in struttura psichiatrica. [...]
Sarà una donna stravagante, forse eccentrica; sicuramente è pericolosa per Berlusconi, capo del più grande partito italiano, impegnato nella campagna elettorale europea, e presidente del Consiglio. Un uomo cioè chiamato a responsabilità da cui non può essere distratto dai capricci rumorosi della moglie..." (Vittorio Feltri su "Libero")
L'editoriale velenoso come un'Amanita Phalloides, la relativa immonda copertina da stupratori e il tono generale da "taci, puttana!" sono un piccolo trattato di meschinità maschile, condito con il solito pizzico di omofobia non petita (stia tranquillo Vittorio, vederla in tacchi a spillo sarebbe spettacolo ben più orrendo del braccio mozzato di Veronica in "Tenebre") ed è basato sull'assunto taleban-reazionario che una donna che si ribella è sempre matta. Giusto per ricordare alle donne italiane qual'è l'immagine che questa destra manganellara ha di loro.
Ricovero coatto in struttura psichiatrica. Pericolosa per il marito. Come quel fatto di Benito, che fece appunto rinchiudere in manicomio la sua prima moglie Ida Dalser e il figlio Benito Albino, con modalità che rientrano a pieno titolo nei crimini del fascismo? Per fortuna strutture psichiatriche del genere non esistono più, magari lo si comunichi al direttore.
Al talebano Feltri, voglioso di lapidazione pubblica per la femmina ingrata e ribelle, non passa neppure per la capa che è Berlusconi a comportarsi in maniera indecente, a calpestare la dignità della sua intera famiglia facendo ministre le sue supposte amanti e candidando alle elezioni ragazze nel ruolo di semplici portatrici di figa, gabellate al popolo come preparate politicamente solo perchè hanno giocato, in un pomeriggio di stage, al nano Brunettolo e le Sette Biancanevi. Stagiste, quindi. In America suona così male, stagista.
Del resto hanno ragione ad incazzarsi, povere veline, letteronze e gossippine. Nemmeno inserite in lista e già trombate. La trombata preventiva, una novità in politica.
Nella ormai continua opera di riabilitazione di Paolo Guzzanti che ci tocca fare, dobbiamo ammettere che il suo giudizio sui Berlusconiani che "odiano le donne" è esatto.
Solo chi ha perso completamente la dignità può aggredire verbalmente una donna che la rivendica per sé e per questo paese.
L'indipendenza (scusate se rido) di giornali e telegiornali si vedrà nei prossimi giorni dal modo in cui tratteranno Veronica. Temo sarà un circo sanguinario dove i freaks la faranno a pezzi e un elefantino sarà costretto ai salti mortali, nonostante la mole, visto che Veronica è la proprietaria del "Foglio".
Dubito invece che i telegiornali riusciranno a non parlarne, come non hanno parlato della goccia che ha fatto traboccare il vaso già stracolmo di Madame Berlusconi: il piezz'e core segreto, la Piertopa emersa al diciottesimo anno in quel di Casoria con il suo stucchevole "papi qui e papi là".
Veronica ha detto che non ne può più perchè "suo marito frequenta le minorenni" (un'accusa mica da poco, tra l'altro. Carlucciiii!!!!?). Bisogna vedere se frequentava anche le di loro madri, a suo tempo.
E' la volgarità al potere, come dimostra l'orrendo quadro in apertura, il premier-uccello in fase di atterraggio sulla topa ministeriale. E' l'assoluta mancanza di pudore, il comportarsi come se si fosse al di sopra di Dio e degli uomini, la completa ostentazione del peccato ed la sua apologia continua.
Chissà cosa ne pensano in Vaticano, tra una suonatina di pianoforte e una dissertazione teologica.
Divorziato due volte, con amanti presunte sfoggiate con pubblico scandalo, figli illegittimi altrettanto presunti, favorite a iosa, manca solo il ripudio della regina e il taglio della di lei testa nella Torre.
Hai visto mai che il nano discenda da Enrico VIII? E che il prossimo papa, dopo lo Scisma del Biscione, esiliato Ratzinger nella natia Baviera con armi, bagagli e pianoforte, si chiamerà davvero Bonifacio Silvio I?
Post Scriptum. Mi sbagliavo e di brutto. L'elefantino ha rinunciato ai salti mortali, segno che avere intestato un giornale non ti fa automaticamente padrona dello stesso. Francesco Forte sul "Foglio" fa il Feltri , definisce l'annuncio del divorzio di Veronica una serie di quattro autogol e termina con una frase che per me è agghiacciante: "Quarto autogol, questa noia della questione femminile. Basta e poi basta. Seguitando così, si potrà dire che le femministe se la vanno a cercare". Che brutta frase.
Il TG1. Record mondiale di arrampicata libera sugli specchi con le mani unte di vaselina. Hanno dato l'annuncio di un divorzio per colpa evitando accuratamente di elencare le colpe e nominare chi le ha commesse. Succo del servizio: Veronica divorzia, Silvio è addolorato = povero Silvio. La prossima volta fate leggere le news a Cornacchione che almeno ridiamo un po'.
La vicenda Berlusconi-Lario
Politica e discrimine etico
A l terzo giorno, provi a immaginare che le cro¬nache da un matrimonio sull’orlo del divor¬zio si siano smorzate e sfumino con un che di e¬leganza, lasciando spazio ad altro. Magari a una riconciliazione. Invece sulla querelle tra il premier e la sua signora non c’è foglio che si risparmi di mettere un carico da novanta, sfruculiando pre¬sente e passato, stendendo copioni da telenove¬la, rappresentando così una vicenda privata e di per sé dolorosa come un’incresciosa faida fami¬liare e legale dai risvolti patrimoniali miliardari.
Del resto, come nelle peggiori tradizioni quando un matrimonio va in pezzi, la linea bipartisan non attacca. E qui tra il premier e la signora del pre¬mier non sembra andare meglio: chi sta con lui e compiange l’uomo potente, il cesare allegrotto, piantato in asso da una donna ingrata; e chi – e sono i più –sta con lei, moglie trascurata e oltrag¬giata all’onor del mondo. Pochissimi – e noi, con ogni possibile delicatezza, vorremmo essere tra questi – spendono un pensiero dolente e solida¬le per i figli, ormai grandi ma assai meno grandi della tempesta che gli si è scatenata nel cuore e nel¬la testa. Il rispetto, d’obbligo quando si maneggiano pub¬blicamente i casi personali e privati di ogni per¬sona, di ogni famiglia, è una regola ferrea.
E non sono poi così rari i casi di politici che in casi ana¬loghi di tale rispetto hanno goduto. Anche per questo può aver suscitato qualche stupore che la first lady, da «parte offesa», abbia scelto la maggiore agenzia giornali¬stica per commentare le di¬scutibilissime scelte del marito-premier e, qualche giorno dopo, due tra i più grandi giornali italiani per metterlo idealmente alla porta. E lui? Il presidente e¬suberante, il presidente e¬steticamente corretto, al¬lergico alla bruttezza e con un debole dichiarato per la gioventù delle attrici in fio¬re, pur avendo scelto la guasconeria come arte del consenso ora scopre di colpo il basso profilo e la privacy. E grida al com¬plotto. È chiaro che a nessuno è lecito usare i disastri al¬trui come arma politica.
E a nessuno dovrebbe es¬sere concesso di sguazzare là dove sono in gioco i sentimenti delle persone e la vita di una famiglia. Essere ricchi, potenti e famosi non mette al ripa¬ro dalle sofferenze, i soldi non risarciscono nes¬sun figlio dal dolore di assistere alle liti e al divor¬zio dei genitori. Tanto più se pubblicamente. Pubblicamente, allora, qualche appunto va pre¬so: ciò che farebbe ridere in una puntata del Ba¬gaglino non può non preoccupare i cittadini che di tanto «ciarpame» alla fin fine farebbero volen¬tieri a meno. Preoccupa perché la politica e lo spet¬tacolo, in un abbraccio mortifero, hanno dato nel¬l’occasione il peggio di sé. Non ci è piaciuto quel clima da scambio di 'favorini' veri, falsi o pre¬sunti tra amici e amiche. E ci ha inquietato lo spar¬gersi, tra alzatine di spalle e sorrisetti irridenti o ammiccanti, di un’altra manciata di sospetti sul¬le gesta del presidente del Consiglio. Il sospetto per chi gestisce la cosa pubblica può essere persino peggiore della verità più scomoda. E comunque, prima o poi, arriva il momento del conto.
Possiamo dirlo? Questa volta abbiamo vissuto con autentica tristezza il valzer delle candidature: se ci fossero davvero in lista d’attesa veline o attri¬cette non lo sapremo mai, ma anche solo l’ipote¬si di un uso delle ragazze come esca elettorale è suonata sconfortante. Perché inaccettabile è una concezione della donna meramente strumenta¬le: la «candidata» dev’essere bella, giovane, pia¬cente... possibilmente disponibile. Magari così so¬lo allo sguardo degli estranei, ma si sa che le ap¬parenze contano. E queste rivelano un ricorso ta¬lora spregiudicato al potere. Tuttavia la politica buona, quella che a volte di¬venta anche grande, è del potere un uso ben tem¬perato, è sereno rigore, è consapevolezza della te¬nace significanza di un impegnativo discrimine e¬tico.
È tenere sempre bene a mente ciò che è giu¬sto e ciò che è sbagliato nel «fare». Sappiamo che un uomo di governo va giudicato per ciò che realizza, per i suoi programmi e la qua¬lità delle leggi che contribuisce a varare. Ma la stof¬fa umana di un leader, il suo stile e i valori di cui riempie concretamente la sua vita non sono in¬differenti. Non possono esserlo. Per questo noi continuiamo a coltivare la richiesta di un presi¬dente che con sobrietà sappia essere specchio – il meno deforme – all’anima del Paese.
Rossana Sisti
3 maggio 2009, in Marco Travaglio
Febbre suina
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Segnatevi queste due frasi: “Non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni… perché la ragazza minorenne la conosceva prima che compisse 18 anni: magari fosse sua figlia…”. “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile”. Le ha pronunciate la moglie, da ieri ex, del nostro presidente del Consiglio, e le hanno raccolte la Repubblica e La Stampa. Memorizzatele perché non le sentirete mai citare in nessun tg o programma delle tv di regime. Lasciamo perdere quelle della ditta, dove chi dovrebbe informare è stipendiato dal tizio che va con le minorenni e non sta bene.
Vediamo il “servizio pubblico”: i tg dell’ora di pranzo, i primi in onda dopo lo scoop dei due quotidiani. Tg2 (sempre così prodigo di gossip,anche sull’ultima starlette): 5 secondi da studio, meno che per il divorzio di Mel Gibson. Tg1: 15 secondi da studio, affidati all’affranta Susanna Petruni, che occulta le frasi-bomba di Veronica e riesce persino a chiudere con una vecchia frase del premier (ieri insolitamente taciturno): “La signora si è fatta ingannare dai giornali della sinistra”. Tg3: breve servizio di 50 secondi, nemmeno un cenno alle minorenni e all’uomo malato, ordinaria amministrazione e chiusura con l’avvocato Ghedini (tornato sulla breccia dopo mesi di quarantena, causa lodo Alfano) che suona il silenzio su “un fatto privato”. Ma il fatto privato è il divorzio, così come le eventuali scappatelle dell’attempato Cavaliere di Hardcore, nonno settantatreenne di tre (prossimamente quattro) nipotini. Sono invece fatti pubblici, pubblicissimi, le dichiarazioni della persona che conosce meglio di tutti il nostro premier, e che lo definisce “uomo che frequenta le minorenni” e lo paragona a “una persona che non sta bene”. Febbre suina, par di capire.
Ora, immaginiamo le stesse frasi in bocca alla signora Obama, o Zapatero, o Brown, e i commenti delle tv e dei giornali di tutto il mondo. Non nel gossip: nelle pagine politiche. Non per nulla l’Italia è di nuovo “semilibera” nella classifica di Freedom House. Quel che accadrà nelle prossime settimane è prevedibilissimo. I siti del Pdl e i fogli d’ordini del regime han già servito l’antipasto: “Il Giornale” con un attacco alzo zero alla “First Lady in sonno” che “danneggia il premier e il governo” diventando “nemica della maggioranza degl’italiani”; “Libero” (una testata, un ossimoro) con tre foto di Veronica giovane a seno nudo. Prossimamente su questi schermi, qualche vecchio filmino osè, magari allegato a uno degli house organ del Sultano. Insomma la massacreranno, com’è accaduto in questi 15 anni a chiunque si sia messo di traverso sulla strada del padrone d’Italia: dai pm di Mani Pulite alla Ariosto, da Montanelli a Biagi, da Santoro a Luttazzi, a tutti gli altri epurati. I servi e i killer stanno già oliando le mitragliatrici.
1 maggio 2009, in Marco Travaglio
Il Cavaliere di Hardcore
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Zorro
l'Unità, 1 maggio 2009
Chissà com’è stato il ritorno in ufficio del papà di Noemi dopo la festa per il 18° compleanno della ragazza con visita a sorpresa di Al Tappone, che lei chiama eloquentemente «papi». Figurarsi i frizzi e lazzi dei colleghi: «Ciao papi», «Tutto bene in famiglia, papi?». Il malcapitato è stato pure calunniato come «vecchio autista di Craxi» (falso, ovviamente). Insomma una catastrofe, per il pover’uomo. Per il Cavaliere di Hardcore invece lo scandalo delle selezioni per le Europee, decisamente più corrive di quelle per “Colpo Grosso”, è stato prontamente trasformato nell’ennesimo trionfo dalle tv e dalla stampa al seguito. Che hanno evitato di collegarlo alle denunce di Guzzanti senior sulla «mignottocrazia» e alla notizia del padre di un’altra fanciulla che s’è dato fuoco dinanzi a Palazzo Grazioli perché la figlia s’è vista negare una candidatura promessa in cambio di non si sa bene cosa.
Da quando ha chiuso il Bagaglino e il ministero delle Pari Opportunità è in overbooking, i posti disponibili scarseggiano. Checché ne dica «la signora», come papi chiama la moglie. A strigliarla a dovere ha provveduto Maria Giovanna Maglie sull’apposito Giornale: «La First Lady in sonno... nemica della maggioranza degl’italiani», anziché «lasciarlo lavorare», «danneggia il premier e il governo». L’editoriale trasuda un trasporto sconfinato per papi. Il quale ora dovrebbe dare un cenno di gratitudine a Maria Giovanna, così bisognosa d’affetto. Niente ministeri né sottosegretariati. Basterà un cenno, un buffetto, un anellino. Conta il pensiero. Suvvia, papi, faccia qualcosa anche per lei.
MIGNOTTOPOLI E IMBECILLOPOLI - La questione del culum e del curriculum
Di Antonella Randazzo
Oramai per distrarre la gente dalle tragiche questioni finanziarie ed economiche e per svilire le istituzioni politiche sono disposti a tutto.
C’è addirittura la questione diventata pubblica del pericolo di divorzio di Berlusconi. Le domande da rivolgere alla signora Berlusconi sono: Signora Veronica cosa vuole da noi? Perché invece di discutere direttamente con suo marito di quello che non le va del suo comportamento si rivolge alla stampa?
E’ evidente che la signora Veronica, come anche il noto marito, stanno giocando a prenderci per i fondelli, prospettandoci l’idea che debba importarci qualcosa se hanno controversie familiari o se scelgono di separarsi.
La questione assai più grave è che i mass media, non sapendo più come distrarre l’attenzione e stimolare pettegolezzo, dedicano ampio spazio alle invocazioni etiche della signora Veronica, come se questa donna non fosse al corrente delle molteplici azioni criminali del marito.
La signora Berlusconi vorrebbe farci credere che soltanto ora si è accorta che il marito non è propriamente uno stinco di santo. Le ricordiamo signora che suo marito da tempo osanna le autorità statunitensi, rendendosi complice di numerosi massacri che si stanno consumando in molte parti del mondo. Le ricordiamo anche, se lo avesse dimenticato, che ci sono numerosi reati di vario genere, corruzione, collusione con la mafia, ecc. che hanno permesso al suo celebre coniuge di arrivare dov’è arrivato.
Dunque, la storia delle veline, attricette e vallette candidate in Europa e l’ambigua adolescente ammiccante, non sono che segnali della natura irrispettosa delle istituzioni e delittuosa che è propria del soggetto in questione.
Si parla di politica spettacolo ad intendere come ai nostri giorni il settore che dovrebbe proteggere gli equilibri pubblici e tutelare gli interessi di tutti è ormai diventato un circo, in cui conta tutto fuorché la preparazione e la competenza.
E poi competenza su cosa? E’ evidente che oggi i politici sono a servizio del gruppo di potere, e dunque la loro “competenza” si riassume nell’asservimento e nella capacità di ingannare gli elettori.
Com’è risaputo, Berlusconi è il re dello spettacolo godereccio, viscerale, che lascia gli istinti vivi e la sensazione di sollazzo. La sua esperienza egli la riporta nel settore politico, non lesinando vallette e veline dei suoi programmi spazzatura. Ormai è nota la sua intenzione di candidare ben 20 persone, fra ex troniste, presentatrici, attrici e ex gieffine. I suoi criteri, evidentemente, non dovendo contemplare esperienza o preparazione specifica, mettono in primo piano l’avvenenza fisica. Egli è abituato a scegliere con tali criteri, dato che la bella immagine è la caratteristica precipua da considerare per i suoi programmi spazzatura. D’altronde, già da tempo abbiamo potuto appurare che la politica è diventata essa stessa programma-spazzatura, escludendo preparazione, serietà, intelligenza e competenza.
Secondo Berlusconi, le bellezze femminili proposte alle elezioni europee del 6 e 7 giugno sono “volti giovani, facce nuove per rinnovare l'immagine del Pdl e dell'Italia in Europa”. Dunque, l’immagine va rinnovata, e si auspicano facce attraenti e magari anche ammiccanti. Ecco allora aprirsi la strada alla ex letteronza e attricetta di "Carabinieri 7" Barbara Matera, alla rossa ex gieffina Angela Sozio, all’attrice Eleonora Gaggioli o alla ex tronista Camilla Ferranti, celebre anche per aver posato per un calendario.
Il problema non è tanto se queste donne non hanno trovato un posto nei programmi Fininvest e dunque vengono mandate altrove, oppure se si tratta di ex amanti da “ricompensare”. Agire in modo così spudorato, mostrando che i parlamenti sono svuotati di ogni contenuto, significa sancire il fatto che essi servono da paravento al potere per mostrare che c’è la “democrazia”, in un contesto in cui a prevalere non è la volontà dei popoli ma la prepotenza e la criminalità di pochi.
Non è soltanto una questione morale o familiare, ma una questione di dignità delle istituzioni e di serietà necessaria a rendere possibile un futuro accettabile per tutti noi.
Candidare persone sulla base del fatto che sono giovani e piacenti significa palesare la grossa truffa ai nostri danni: il cosiddetto sistema democratico non è altro che un insieme di maschere-fantocci che devono apparire accettabili, attraenti o seduttivi. Tanto il loro compito non sarà certo quello indicato ufficialmente. Di fatto essi non avranno alcun potere che non quello di asservimento al sistema, e reciteranno il loro ruolo all’interno del teatrino manovrato da chi non appare.
L’idea di scegliere vallette, presentatrici o attrici sembra “naturale” in un contesto in cui non serve altro che l’immagine o proprio la capacità di recitare. Peraltro, non è certo da oggi che Berlusconi candida persone incompetenti ma di bella presenza o con cui ha intrattenuto rapporti non chiari. Abbiamo il noto esempio di Mara Carfagna, che di certo non ha mai brillato per le sue doti politiche.
Le candidate di Silvio Berlusconi, come altri candidati, non sono altro che rosse, bionde o giocolieri appartenenti allo stesso circo. Il circo della dittatura mondiale. Uno spettacolo che mette in scena la nostra schiavitù, intesa come gabbia di precarietà, controllo, inganno, stress, nevrosi e crisi.
La domanda è: a cosa servono i Parlamenti nel sistema attuale?
Semplicemente a creare un gruppo di persone che, in quanto elette dal popolo possano rappresentare la "prova" dell’esistenza della “democrazia”.
Ma chi sceglie i candidati e cosa di fatto fanno i parlamentari?
Il Parlamento europeo dovrebbe rappresentare i popoli europei, ma i suoi componenti vengono eletti ovunque con le stesse regole, ovvero attraverso partiti che scelgono i candidati.
Nei secoli passati i popoli avevano consapevolezza del fatto di essere colonizzati o oppressi, oggi invece credono di essere in democrazia, e quando molte persone hanno la sventura di cadere in miseria o di dover chiudere i battenti della propria ditta credono che la colpa sia della fantomatica “crisi” e che nessuno in particolare sia responsabile della rovina.
Convinto di contare qualcosa, ma destinato a soccombere in un modo o nell’altro, il cittadino europeo assume le caratteristiche descritte dallo scrittore Giuseppe Capograssi, che nei suoi saggi, già negli anni Cinquanta, descriveva la sudditanza con cui vengono trattati gli individui:
"L'uomo è forza vuota, che non vale se non in quanto è addetta allo scopo che questo o quel gruppo dominante ha imposto alla società. (...) Dato che l'individuo non ha valore per sè, ma il solo valore umano che ha consiste nel suo conformarsi allo scopo per così dire ufficiale del gruppo, la soppressione di colui che non si conforma rientra per la più ovvia delle deduzioni nella sfera del lecito, se del caso nella sfera del doveroso e dell'obbligatorio.
L'individuo essendo forza vuota o disponibile può essere formato e plasmato come si vuole; dipende dal gruppo dominante formarlo secondo il tipo che è conforme allo scopo. (...) Il segreto è di non lasciarlo vivere come egli vuole, secondo le naturali e profonde intuizioni e direzioni della sua natura: porre ostacolo proprio a questa natura e al suo sviluppo: E perciò: impedirgli di pensare in modo autonomo (cioè di pensare), suggerirgli persuasioni giudizi visioni della vita, con le ripetizioni meccaniche e interminabili delle stesse frasi, con suggestioni visive, con gli esaurimenti dei lunghi lavori in comune, con la tecnica molteplice della paura, con la creazione di un ambiente sociale organizzato al fine dello stordimento e del rumore, con una vita portata violentemente sulla piazza affollata, con una lotta strenua e costante contro la solitudine. Poiché pensare è affermare la verità, si impedisce il pensiero sopprimendo la verità come valore, (...) Si cerca di abolire il pensiero abolendo il suo oggetto."(1)
I Parlamenti servono a sancire questa sudditanza, dandole il volto della “democrazia”. Infatti, all’interno di essi operano gruppi politici controllati dalle stesse persone che controllano i partiti e le altre istituzioni pubbliche. La beghe di cui si riempiono i telegiornali sono la facciata di un pluralismo che non esiste più. Di fatto, quelle stesse persone che si criticano a vicenda in ordine allo schieramento politico, sono tutte concordi nel sostenere il potere dell’unico gruppo imperante: quello che controlla la vita economica e finanziaria, garantendosi il potere politico e mediatico per autoproteggersi e per accrescere il controllo sui popoli.
Tutti oramai si accorgono che i politici non sono a servizio del popolo, eppure molti continuano a pensare che il sistema politico attuale sia garante della democrazia. In realtà è evidente che serve a garantire potere e controllo al gruppo egemone. Ad esempio, le autorità lamentano mancanza di denaro quando si esigono più servizi per le famiglie o scuole migliori, ma sono pronte a foraggiare le banche con cifre ragguardevoli quando appare la "crisi".
Pochi si chiedono come mai per le banche o per ricapitalizzare le società privatizzate portate allo sfacelo i soldi ci sono e per i servizi pubblici no.
In conclusione, non lasciamoci distrarre o abbattere dal circo messo in scena per svilire l’informazione e la politica, ma facciamo in modo che tutta questa spazzatura possa essere gettata via quanto prima. Comportiamoci in modo tale da non sostenere un sistema che si trascina attraverso l’ignoranza e la superficialità di chi persiste nell’inconsapevolezza. Tale inconsapevolezza risulta nel tempo sempre più perniciosa, poiché, com’è evidente, il sistema, per sopravvivere, punta ad un sempre maggiore degrado morale, civile e politico.
O quante belle figlie madama Doré. B. e gli ozi di Casoria
Scritto da Nando dalla Chiesa
Friday 01 May 2009
Insisto, insisto, insisto. Ci sono particolari che disegnano lo stato di un paese, della sua cultura, della sua politica, più di dieci trattati. Per esempio la storia di Noemi, la bella diciottenne napoletana, anzi casoriana, che riceve da B. foto con dediche inverosimili, che lo chiama “papi” (se mia figlia chiamasse “papi” un altro farei cose da pazzi), e che addirittura riceve la sua visita a casa la sera durante la festa del suo compleanno, con tanto di diamanti in dono. Ma provate a immaginare un capo del governo che in un paese terremotato e in crisi galoppante, invece di fare un giro nei commissariati napoletani a tenere alto il morale dei poliziotti impegnati contro la camorra, si porta auto e scorte al seguito per andare a una festicciola fuori città. Uno che poi, alle tivù in ginocchio, dice che passa quaranta ore di fila a lavorare. Sembra un tormentone. Il giorno che gli fotografarono l’agenda sventolata con fare di vittima in conferenza stampa, si scoprì, con i dovuti ingrandimenti, che di mercoledì, giorno di massimo impegno del parlamento, passava l’intero pomeriggio a incontrare avvenenti ragazze e signorine. Stavolta si atteggia a Cristo con la croce in spalla e poi vieni a sapere che va a Casoria a festeggiare una diciottenne, mentre Veronica dichiara di non averlo visto praticamente mai ai compleanni dei suoi figli (della serie: te lo do io il papi…). La cosa è così enorme che B. deve scusarsi. Sicché si inventa (ecco il secondo particolare) che lui è grande amico del padre, socialista e vecchio autista di Bettino. I socialisti craxiani ma soprattutto Bobo smentiscono di brutto. Mai conosciuto questo signore. Chi lo conosce però (ed ecco il terzo particolare) è la giustizia italiana, visto che nel 1993 il tipo in questione venne arrestato con l’accusa di peculato e concussione per una tangente da 35 milioni. Oh, ma proprio lì, a casa sua, doveva finire B, manco fosse un rabdomante… Ecco spiegato, forse, il mistero del “papi”: la ragazza ha registrato un’affinità nel vedere le cose del mondo.
Non meno esplicativa dello stato del paese è la rivolta del ministro Rotondi. Il quale si dichiara pronto a dimettersi dal governo mica per il lodo Alfano o per lo sconcio delle liste inzeppate di veline. Ma perché, a lui della Dc, non gli hanno candidato quel gioiellino di Cirino Pomicino. Dunque sarà vendetta, terribile vendetta. Non farà mancare il suo voto al Popolo della Libertà, si intende. Solo che lo darà a Berlusconi esclusivamente “in quanto mio testimone di nozze”, così impara. Temibilissimo. Ammettetelo, qui tra “papi” e testimoni di nozze, compari e pregiudicati, è indubbiamente un belvedere, altro che il famigerato “teatrino della politica”. A proposito del quale, ultimo particolare, vuoi mettere quel padre che ha cercato di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli perché non gli candidano la figlia “bellissima” alla quale era stato promesso un posto in lista alle europee? Ma dove lo trovate un altro paese così? Ma non vi rendete conto, ingrati, che state vedendo cose che gli umani non conoscono?
domenica 22 febbraio 2009
Ronde
Con l'approvazione del decreto che dà il via alle ronde credo si possa intravedere il tentativo di taluni partiti di appropriarsi del controllo del territorio, a scapito delle forze dell'ordine e dei loro compiti.
Molte ronde sfilano oggi sotto le insegne leghiste. Le "Ronde padane", nate a Voghera nel 1997. Quanti sono i volontari padani? Numeri ufficiali non ce ne sono, ma Mario Borghezio, già dieci anni fa, parlava di 8mila persone: "Da Cuneo e Trieste sono una quarantina i comuni coinvolti, anche grandi come Modena, Torino e Monza".
La bandiera della sicurezza porta voti e fa gola a molti, si muove Alleanza nazionale, con Azione Giovani a Torino, Padova e Venezia; muovono i primi passi le ronde della Destra di Francesco Storace alla periferia di Roma; la Fiamma Tricolore annuncia di aver cento militanti pronti a Trieste; Forza Nuova è già attiva a Foggia e Pescara.
Non solo le ronde sono una maldestra surroga alla mancanza di turn over tra le forze dell'ordine - sostiene Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia - ma costituiscono un rischio reale di politicizzazione della sicurezza. Le ronde - prosegue - sono permeabili all'infiltrazione di organizzazioni criminali, come mafia e camorra e possono nascondere tra le loro fila delle squadracce di esaltati pericolosi.
Aggiungerei che la proposta di chiara provenienza destrorsa sia un chiaro ed evidente ritorno a situazioni già viste in un lontano passato, richiamano il ricordo di manganelli e di giustizia sommaria, di Ku Klux Klan di sette razziste e violente, forse il tutto fa parte di un piano premeditato e da tempo studiato, del quale si intravendono chiaramente i tratti, al dine distruggere la democrazia, azzerare i diritti costituzionali e attraverso l'istituzione di un premierato forte (alias dittatura )portare il paese, già in chiaro ed evidente declino verso la sua inesorabile fine.
Molte ronde sfilano oggi sotto le insegne leghiste. Le "Ronde padane", nate a Voghera nel 1997. Quanti sono i volontari padani? Numeri ufficiali non ce ne sono, ma Mario Borghezio, già dieci anni fa, parlava di 8mila persone: "Da Cuneo e Trieste sono una quarantina i comuni coinvolti, anche grandi come Modena, Torino e Monza".
La bandiera della sicurezza porta voti e fa gola a molti, si muove Alleanza nazionale, con Azione Giovani a Torino, Padova e Venezia; muovono i primi passi le ronde della Destra di Francesco Storace alla periferia di Roma; la Fiamma Tricolore annuncia di aver cento militanti pronti a Trieste; Forza Nuova è già attiva a Foggia e Pescara.
Non solo le ronde sono una maldestra surroga alla mancanza di turn over tra le forze dell'ordine - sostiene Enzo Letizia, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia - ma costituiscono un rischio reale di politicizzazione della sicurezza. Le ronde - prosegue - sono permeabili all'infiltrazione di organizzazioni criminali, come mafia e camorra e possono nascondere tra le loro fila delle squadracce di esaltati pericolosi.
Aggiungerei che la proposta di chiara provenienza destrorsa sia un chiaro ed evidente ritorno a situazioni già viste in un lontano passato, richiamano il ricordo di manganelli e di giustizia sommaria, di Ku Klux Klan di sette razziste e violente, forse il tutto fa parte di un piano premeditato e da tempo studiato, del quale si intravendono chiaramente i tratti, al dine distruggere la democrazia, azzerare i diritti costituzionali e attraverso l'istituzione di un premierato forte (alias dittatura )portare il paese, già in chiaro ed evidente declino verso la sua inesorabile fine.
mercoledì 18 febbraio 2009
BERLUSCONI NUOVO SCANDALO, NIENTE DI NUOVO
Dire l'avete votato tenetevelo, sarebbe superfluo, il fatto è che la figura di merda che questo (metteteci quello che volete, io ho esaurito i termini con cui definirlo) ci fa fare in giro per il globo coinvolge anche chi non l'HA VOTATO E NON LO VOTERA' MAI.!!!!!!
Tratto da El Mundo:
Berlusconi: escándalo por un chiste sobre los desaparecidos argentinos
Sembra scandaloso e non è escluso che, come sempre, Silvio Berlusconi ha negato di aver detto quello che ha detto. Pero esta vez se pasó de la raya con un chiste que ofende la memoria de los desaparecidos y "alivia" la mano de sus asesinos. Ma questa volta sono andato fuori con una battuta che offende la memoria delle persone scomparse e di "sollievo" la mano dei suoi assassini. En Cagliari, la capital de Cerdeña, dedicó una parte de su discurso en un mitin de la campaña electoral, el sábado pasado, a su plato fuerte: los chistes, o como dicen los italianos le barzellette. A Cagliari, la capitale della Sardegna, dedicato parte del suo intervento a una campagna di rally Sabato scorso, la sua principale attrazione: le battute, o come dire che gli italiani Barzellette.
Inesperadamente le llegó un nuevo tema sobre el que nunca había hablado, ni siquiera en serio. Inaspettatamente, ha ricevuto un nuovo punto sul quale non aveva mai parlato, anche sul serio. Los miles de desaparecidos durante la dictadura militar argentina. Le migliaia di scomparsi durante la dittatura militare in Argentina. Muchos fueron arrojados de los aviones. Molti sono stati buttati fuori aeroplani. "Eran bellas jornadas, los hacían descender de los aéreos". "E 'stata bella giornata, li ha fatti scendere dal cielo."
No fue clara la razón para haber dicho semejante cosa. Non era chiaro che la ragione per avere una cosa del genere. Pero el enviado del diario L'Unita, Marco Bucciantini, informó en una crónica de la frase infame. Ma l'inviato del quotidiano L'Unita, Marco Bucciantini, ha riferito in una cronaca della famigerata frase.
De aquel discurso debe haber una versión grabada. Tale intervento deve avere una versione registrata. Si Berlusconi no hizo otro de sus chistes terribles, el gobierno argentino no deberá pedir explicaciones y protestar tras investigar el caso. Se Berlusconi ha fatto un altro dei suoi terribili scherzi, il governo argentino non dovrebbe chiedere spiegazioni e protestare dopo l'istruzione del caso.
Puede ser que haya querido Berlusconi burlarse del tema desaparecidos. Potrebbe avere voluto fare il divertimento di Berlusconi voce mancante. La justicia italiana estudia la extradición del almirante Emilio Massera, represor que dirigía a los verdugos de la "Fuerza de Tareas" de la Escuela de Mecánica de la Armada. Giustizia sta valutando l'estradizione dei italiano ammiraglio Emilio Massera, che ha organizzato un repressor carnefici di "task force" della Scuola di Ingegneria Meccanica della Marina. Por las mazmorras de ese campo de exterminio pasaron 5.000 detenidos y la mayoría desaparecieron tras sufrir tormentos y "traslados". Nei sotterranei del campo di sterminio, detenuti speso 5000 e la maggior parte scomparso dopo la sofferenza e la tortura "trasferimento". Entre ellos, la sobrina de este corresponsal, Patricia Villa Algañaraz, de la agencia Interpress Service, arrojada de un avión. Tra di loro, questo corrispondente del nipote, Patricia Villa Algañaraz, l'agenzia Interpress Service, gettati da un aereo.
Massera era como Berlusconi miembro de la logia masónica Propaganda Dos, P2, dirigida por el Maestro Venerable Licio Gelli, que fue disuelta por el Parlamento italiano tras contaminar la vida del país más que ninguna otra organización. Massera Berlusconi è stato in qualità di membro della loggia massonica Propaganda Due, P2, guidato dal Maestro Venerabile Licio Gelli, che è stata sciolta dal Parlamento italiano dopo contaminare la vita del paese più di qualsiasi altra organizzazione. Esa adhesión a la P2, que al principio Berlusconi negó hasta que la justicia le probó lo contrario, era tal vez otro de sus chistes. Questo impegno per la P2, che aveva inizialmente rifiutato di Berlusconi, che la giustizia si dimostri il contrario, si è forse un altro dei suoi scherzi.
La colección de gaffes y metidas de pata es enorme porque "il Cavalliere" no puede con su genio. Gaffe della raccolta e rimboccato gamba è enorme, perché "il Cavalliere" non può essere con il suo genio. Una de las últimas fue llamar "bronceado" (que en Estados Unidos es un insulto racial) al presidente Barack Obama. Una delle ultime è stata chiamata "tan" (che in America è un insulto razziale) andalusia presidente Barack Obama. Por supuesto dijo, guiñando un ojo con su vasta sonrisa, que era un cariñoso adjetivo. Naturalmente egli ha detto, i suoi occhi ammiccanti con un gran sorriso, era un amante aggettivo.
Otra vez, a un periodista inglés, que es actualmente el alcalde conservador de Londres, le dijo que la única represión de Mussolini había consistido en mandar de vacaciones a los opositores a varias islas. Ancora una volta, un giornalista inglese che è attualmente il sindaco conservatore di Londra, ha detto che l'unica pena di Mussolini era stato in vacanza per inviare avversari ad alcune isole. Se refería a los confinamientos. Si riferiva al confino. Después lo negó, pero sus amigos ingleses insistieron en que lo había dicho. Poi negato, ma i suoi amici inglesi ha insistito sul fatto che egli aveva detto.
Durante la campaña electoral de 2006 se hizo el gracioso con los chinos. Durante la campagna elettorale nel 2006 è stato il divertimento con i cinesi. Pidió a la multitud que leyeran el libro rojo del comunismo. Egli ha chiesto alla folla di leggere il libro rosso del comunismo. "Descubrirán que Mao no se comía a los chicos crudos pero los había hervido para fertilizar los campos", dijo. "Mao non ha scoperto che i bambini mangiato crudo, ma è stata bollita per fertilizzare i campi", ha detto. El gobierno de China no lo apreció. Il governo della Cina non apprezzano.
La mayoría de los italianos le perdonan todo, ríen con él. La maggior parte italiani si perdona tutto, ridere con lui. También en 2006 dijo que confiaba en la inteligencia de los italianos cuando fueran a las urnas y esperaba "que no haya boludos capaces de votar contra sus intereses". Sempre nel 2006 è stata fiduciosa l'intelligenza degli italiani, quando si sono recati alle urne e si augura "che non vi è Boludo in grado di votare contro i loro interessi." La izquierda protestó inútilmente, cada día cosecha menos votos. La sinistra ha protestato invano, ogni giorno raccolto un numero inferiore di voti.
A veces hace líos en las citas, pero esto aumenta su popularidad. A volte si fa difficoltà a nomine, ma questo aumenta la sua popolarità. "Los fundadores de Roma fueron Rómulo y Rémolo", dijo en otra ocasión causando hilaridad por su retorsión histórica contra el pobre Remo. "I fondatori di Roma furono Romolo e Remolo", ha detto in un'altra occasione provocando ilarità per la sua vendetta contro i poveri storico Remo. Las mujeres son su especialidad y le costaron una pública crisis matrimonial cuando su esposa Verónica le exigió en una carta abierta un público pedido de excusas, después de que en una fiesta de sus redes de televisión dijo a una actriz que hoy es ministro: "Si no estuviera ya casado te pediría de esposarme". Le donne sono la loro specialità e gli è costato un pubblico di crisi coniugale, quando la moglie Veronica ha chiesto in una lettera aperta ha chiesto scuse pubbliche, dopo che una parte delle loro reti televisive ha detto oggi che l'attrice è ministro: "Se non era sposato e si chiede la moglie. "
El primer ministro Berlusconi manifestó también que había "seducido" a la presidente de Finlandia, una señora que quedó estupefacta, para obtener el voto de Helsinski en favor de Parma como capital de un centro de agricultura europeo. Il primo ministro ha anche detto che Berlusconi ha "sedotto" il presidente della Finlandia, una donna che è stata storditi per ottenere il voto a favore di Parma Helsinski capitale come centro per l'agricoltura europea. El gobierno finlandés protestó oficialmente. Il governo finlandese ha protestato ufficialmente.
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