martedì 21 luglio 2009

PIANO CASA

Oggi è stato approvato il piano casa, con la firma del decreto da parte del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si conclude l'iter procedurale per il concreto avvio del piano casa, che si prefigge l'obiettivo di realizzare centomila alloggi in 5 anni». A comunicarlo il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. La firma al decreto presidenziale fa seguito al parere favorevole sul Piano espresso dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e dal Cipe.
Il Piano, prosegue la nota, prevede interventi diversificati a seconda delle categorie interessate, disponibilità di finanziamenti pubblici e privati da utilizzare con procedure snelle, incentivi e agevolazioni fiscali. Gli alloggi saranno destinati sia in proprietà quali prima casa, sia in locazione a canone sostenibile e a canone sociale. Beneficiari del piano casa sono nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni sociali svantaggiate, studenti fuori sede, sfrattati, immigrati regolari a basso reddito, residenti da almeno 10 anni in Italia o da 5 nella stessa Regione.
A mio avviso si tratta di un ennesimo condono edilizio mascherato, che non risolve il problema, nè della casa, nè della crisi economica, se questi erano gli scopi, si tratterà invece di una svendita solo per ricavare un utile immediato.
Così dichiara Giulia Maria Crespi, presidente del Fai: "Sul paesaggio, sul territorio italiani non c’è più da nutrire preoccupazione: ma autentica disperazione. Sarà una rovina irreversibile di cui soffriranno le nuove generazioni. E poi ne risentiranno il turismo, che abbandonerà il nostro Paese, e già sta avvenendo. Poi la salute, l’identità, le radici stesse degli italiani".

Una manovra più sensata, anche se non miracolosa forse è stata quella presa lo scorso anno dalla Spagna, che prevede:
"Nei prossimi due anni le famiglie indebitate potranno infatti chiedere alle banche di migliorare le condizioni dei mutui e in particolare di allungare i termini del rimborso dei prestiti, senza costi aggiuntivi (commissioni bancarie e notarili), che saranno a carico dello Stato. Sul fronte dell'edilizia sovvenzionata, il presidente José Luis Zapatero ha annunciato la costruzione di 150mila case all'anno in ognuno dei quattro anni della legislatura e l'aumento da 3 a 5 miliardi dei fondi a tasso agevolato a favore di questo settore."

Vi è una sostanziale differenza fra le due manovre: quella nostra lascia mano libera all'iniziativa privata, e non crediate che tutti saranno ligi e rispettosi in quanto al rispetto della norma, mentre quella spagnola va incontro alle famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui e si incarica della costruzione di 600 mila nuove case, che essenzialmente essendo popolari verrano vendute o affittate a prezzi adeguati e realizzate in luoghi consoni e non devastanti il territorio. E' una differenza non da poco, che mette in evidenza due diversi approcci nell'affrontare il problema, uno esclusivamente speculativo, l'altro decisamente più rivolto al sociale ed ai bisognosi, il risultato devastante del primo approccio state certi che non ci vorrà molto a vederlo.

Nessun commento: