martedì 16 giugno 2009

LA SOCIETA' DELLE VELINE




Due libri: il primo titolato “La città degli untori” di Corrado Stajano parla di Milano, il secondo “Porno ogni giorno. Viaggio nei corpi di Napoli “ il cui autore è Virgilio Massimiliano parla di Napoli, entrambi riassumono in maniera palese quella che è la nostra società attuale, evidentemente basata sui principi cari al nostro premier: il successo ed il denaro, con la conseguenza di una deriva morale che sembra oramai non più contenibile.
Milano e Napoli sono due città che per la loro ubicazione geografica ben rappresentano il paese nella sua globalità, con evidenti differenze ma un unico comun denominatore : il declino e la perdità di ogni moralità, lo scadere di ogni minimo senso di rispetto e di dignità, ceduti al miglior offerente senza alcun riguardo o ripensamento.
E’ proprio questa la nostra società ? Siamo davvero tutti così o qualcuno ancora si salva dalla deriva populista, si tratta di una società , in definitiva più omologata in un contesto sociale che parrebbe costituito solo da individui che sembrano senza bisogno di istanze sociali , dominato dal virtuale e dall’esibizionismo spinto, dove risulta più comodo presentare candidature di veline, letterine e partecipanti di reality, piuttosto che di persone veramente impegnate e preparate. Si ha così l’immagine di una società fatta di fiction e spettacolo completamente distaccata da una realtà dominata da una delle più gravi delle crisi dal dopoguerra ad oggi ,dal punto di vista morale, civile, politico, culturale oltre che da quello economico, dominato dalla corruzione e dal sempre maggiore coinvolgimento degli affari sporchi delle mafie e delle camorre.
Domina ovunque maleducazione, strafottenza supponenza, arroganza e becera volgarità , ben rappresenta nei talk show dove sono spesso invitati politici la cui unica prerogativa sembra quella di disturbare e di intervenire continuamente, coprendo maleducatamente la voce dell’intervistato, a questo gioco non sono del tutto estranei certi giornalisti, evidentemente proni e zelanti nei confronti della voce del padrone.
Crescono così i consensi incanalati da un movimento che si dipinge come difensore delle autonomie locali e della sicurezza, ma che è in realtà xenofobo e arroccato più sull’idea individualista di proprietà e possesso, che su quelle aperte a politiche di accoglimento ed integrazione, evidentemente lo straniero risulta buono solo per essere adoperato una tantum, per poi essere gentilmente invitato ad andarsene quando la situazione risulta essere meno favorevole.
Cavalcando l’onda emotiva vengono promosse politiche anti immigrazione che riscuotono il plauso dei più. Evidentemente l’idea delle ronde , suggestiona ed attrae molti, termini quali ordine e sicurezza sembrano i più indicati allo scopo, fungendo da specchietto per le allodole, ma che nascondono in realtà politiche spinte a contrastare in qualsiasi modo l’immigrazione.
Si ottiene così la criminalizzazione dell’altro e del diverso, soggetti su cui far ricadere colpe e responsabilità, spesso del tutto estranee. La teoria del capro espiatorio è ben nota e in passato se ne sempre fatto un ampio uso, specialmente per coprire le proprie inadeguatezze. L’informazione televisiva e della carta stampata ci hanno messo il loro zampino in quest’opera diffamatoria, con uso a profusione di inchiostro e parole, affondando a piene mani nel fango della cronaca nera per dipingere gli stereotipi di stranieri dediti solo alla delinquenza e allo stupro.
In conseguenza di ciò, come dimostrato dalle recenti elezioni, la Lega raccoglie i frutti. Ormai il consenso elettorale di cui gode è trasversale, accomunando sia i ceti proprietari ed imprenditoriali che chiedono maggior sicurezza per le proprie attività, sia su quelli di molti lavoratori dipendenti del Nord, che si vedono minacciare il proprio posto di lavoro ed accentuare la precarietà a causa della competizione con i lavoratori stranieri extracomunitari, più disponibili a lavorare in scarse se non addirittura assenti condizioni di sicurezza e salariali in un contesto caratterizzato da consistenti sacche di attività e lavoro “nero”.
E si ripresenta con maggior forza l’altra questione: la volontà di accentuare l’autonomia del Nord Italia da Roma e dal Meridione fino a promuovere spinte realmente secessioniste, ora si presenta concretamente l’opportunità di ripresentare le proposte “federaliste” come grimaldello per un processo secessionista che difficilmente potrà essere contrastato.
Nel mentre le regioni meridionali sono nel bel mezzo di una terribile bufera, piegate dalla criminalità organizzata e da cointeressenze politico malavitose che hanno condannato una buona metà del paese al sottosviluppo morale prima che materiale.
Come ne usciremo e se ne usciremo solo Dio lo sa.

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