giovedì 13 novembre 2008

Termovalorrizatori di Silea e Mogliano

Finalmente sono stati presentati i progetti per i 2 nuovi termovalizzatori di Silea e Mogliano, i due fratellini potranno così incenerire tutte quelle sostanze nocive che prima mandavamo di nascosto giù in Campania con i risultati che tutti abbiamo visto, ne saranno felici gli industriali, infatti non a caso la proposta è di Tomat ex presidente degli industriali trevigiani, meno felici sono gli abitanti dei due comuni che probabilmente faranno quanto in loro possibilità per fermare questo nuovo scempio ambientale.
Faccio una proposta ai sindaci dei due comuni ed alle Asl competenti, rilevino le attuali percentuali di tumori che possono derivare dalla contaminazione da emissioni nocive nell'atmosfera, e poi una volta che i due mostri entreranno in funzione, facciano delle verifiche periodiche da pubblicare sui principali quotidiani, così saranno definitivamente chiare a tutti le eventuali responsabilità degli amminsitratori, i quali in caso di rilevanti aumenti di tumori ne dovranno rispondere nelle sedi opportune ed in primis alla loro coscienza.

Dal Gazzettino del 13/11/2008:

Nei termovalorizzatori di ultima generazione più attenzione alle misure anti-inquinamento

Un nuovo progetto per la coppia di termovalorizzatori in programma a Silea e Mogliano. Le relazioni, i prospetti, i disegni e tutte le analisi necessarie sono arrivate nelle sedi comuni, e negli uffici della Provincia, agli inizi di ottobre. Il tutto è stato depositato anche in Regione, in attesa del via libera dalla commissione Via (valutazione impatto ambientale). Unindustria, insomma, rilancia senza troppo curarsi di polemiche e proteste.Il progetto è stato presentato dalla società Iniziative Ambientali srl, guidata dall'ex presidente degli industriali trevigiani Andrea Tomat e con membri del cda del calibro dell'attuale presidente di Unindustria Alessandro Vardanega, del direttore Giuseppe Milan e dei consiglieri Claudio Sironi e Giovanni Salvini.La nuova stesura va a cancellare quella del 2005, bloccata dalla commissione Via che aveva riscontrato alcune carenze, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Iniziative Ambientali srl, invece di limitarsi a seguire le prescrizioni arrivate dalle Regione, ha deciso di andare oltre. Ha quindi rifatto il progetto, con un occhio di riguardo per la dotazione tecnologica e per le misure anti inquinamento. Rispetto a tre anni fa non è cambiato molto: le dimensioni sono rimaste le stesse, mentre sono state migliorate le contromisure per eliminare le sostanze inquinanti prodotte dalla combustione. A leggere la relazione descrittiva, il risultato dovrebbe essere un impianto a bassissimo impatto ambientale e con emissioni, nella maggior parte dei casi, inferiori del 50 per cento rispetto ai limiti previsti dalla legge.

I comuni interessati - oltre a Silea e Mogliano, c'è anche San Biagio - comunque non si fidano troppo. I due termovalorizzatori sono da sempre osteggiati dalla popolazione e nemmeno questa nuova versione servirà a far cambiare idea a chi protesta. Da circa un mese le amministrazioni stanno studiando le carte e preparando tutte le osservazioni possibili da portare in Regione. Si preannuncia quindi un duello, l'ennesimo, molto caldo e dall'esito ancora incerto. Ma molto dipenderà dalle decisioni che verranno prese a Venezia.

Il termovalorizzatore, sia quello di di Silea che quello di Mogliano, rimane comunque un'opera imponente. A Silea sorgerà lungo l'autostrada, in direzione Carbonera. Scelta strategica per garantire il flusso costante di camion, anche se poi verrà interessate anche la rete stradale comunale. L'area interessata comprende un terreno di circa 118.800 metri quadrati. La struttura vera e propria, tra cui un camino alto 110 metri e un forno, ne occuperà oltre 47mila. Impossibile non vederlo dall'autostrada. Raccoglierà i rifiuti speciali non pericolosi e ne brucerà fino a 770 tonnellate al giorno. L'elenco dei "rifiuti speciali" è lungo e dettagliato: si va dai rifiuti agricoli, alimentari, ai derivati dalla produzione del legno, delle pelli, delle pellicce e dall'industria tessile in generale, alla raffinazione del petrolio, agli imballaggi, agli scarti della produzione di plastica e molto altro ancora. Ma l'impianto viene definito per sua stessa natura "elastico", quindi in grado di trattare ogni tipo di rifiuto non pericoloso e quindi di far fronte "ad ogni esigenza del territorio". Una sottolineatura che preoccupa non poco i vari sindaci. Il rifiuto bruciato verrà poi trasformato in energia termica utilizzabile per il teleriscaldamento. Ma questo è uno sviluppo futuro visto che non sono ancora state individuate le utenze da "riscaldare". Nel frattempo il termovalorizzatore produrrà energia elettrica. Ma l'idea, vista anche la dislocazione scelta, è quella di rifornire almeno gli stabilimenti artigianali già esistenti nella zona industriale di San Biagio.

Paolo Calia

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