Tratto dal blog:
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Mi scrive un collega inglese, e non capisco se fa l’ingenuo o semplicemente fa il normale perché lassù, al di là della Manica (ma anche solo al di là delle Alpi), due più due fa quattro e basta e non ci sono ma e però. Bene, mi chiede: “Così David Mills è colpevole. La questione è: chi l’ha corrotto?”. Deve scrivere per il suo giornale e vorrebbe capire.
Mi accorgo mentre gli rispondo che quello che scrivo gli risulterà incomprensibile: spiego che una legge chiamata lodo Alfano, dal nome del ministro della giustizia del governo Berlusconi, ha stabilito che il primo ministro (dunque Berlusconi) non può essere processato e dunque chi per logica ha corrotto l’avvocato inglese Mills, cioè Berlusconi, non si può dire che è colpevole di quella corruzione perché, grazie alla legge del suo stesso governo, non è stato processato. Aggiungo che in Italia ci sono tre gradi di giudizio e che questo è solo il primo grado, ne mancano altri due per concludere che Mills è colpevole.
Mi aspetto il suo prossimo messaggio: what a mess! (che casino!). E mi accorgo che la sua domanda è rimasta senza una risposta: se David Mills è colpevole, chi l’ha corrotto?
Leggo sempre su Repubblica che: Il governo Berlusconi esce con un sostanziale pareggio da un mese davvero complicato. Secondo il sondaggio Ipr Marketing sulla fiducia nel premier, nel governo e nei partiti, realizzato col "tempo reale" tra lunedì e martedì (con risultato sardo, dunque, parzialmente noto), il presidente del Consiglio perde un punto a quota 55 (7 in meno rispetto al top dello scorso ottobre, due in più rispetto alla partenza di maggio): 55 persone su 100 hanno molta o abbastanza fiducia nel Cavaliere, 42 ne hanno poca o nessuna e 3 sono senza opinione in merito.
Allora devo dedurre che siamo un paese di pazzi o quantomeno poco informati sui fatti, aggiungerei forse disinteressati a tutte quelle che sono le notizie che dovrebbero contribuire a formarsi una opinione il più possibile equilibrata delle persone e dei loro comportamenti, mi rendo sempre più conto di essere io al di fuori della realtà.
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