Mondoroverso vuole essere un punto dove si vuole cercare di interpretare i fatti, dando spazio a temi e notizie messe in secondo piano se non omesse, senza per questo voler insegnare nulla, ma cercando solamente di dare spazio anche a ciò che volutamente viene nascosto e cercare quelle verità che molto spesso ci vengono negate.
lunedì 15 luglio 2013
INAUGURAZIONE BASE USA E SITE PLUTO
VICENZA. Italiani da una parte, americani dall'altra e giornalisti in mezzo. Le divisioni sono nette. Guai a chi sgarra. Altro che riconciliazione, comunità unite e strette di mano dopo anni di tensioni. Non basta l'inaugurazione della base americana Del Din per mettere nel cassetto le proteste e le polemiche. Il clima sarà pure caldo, il sole battente ma l'atmosfera all'interno dell'ex aeroporto Dal Molin è freddina. Vuoi per il basso profilo della cerimonia annunciato e confermato dagli stessi statunitensi, vuoi per quell'ultimo scandalo intercettazioni che ha creato ulteriori imbarazzi e attriti tra italiani e americani. E così mentre c'è chi dimostra il proprio dissenso a parole, come i movimenti no base che si sistemano proprio all'inizio di viale Ferrarin, qualcun altro, come il vicesindaco Jacopo Bulgarini d'Elci, decide di lanciare un messaggio simbolico.
LA FASCIA DIMENTICATA. La sua presenza, anche se sarebbe meglio parlare di assenza, non è passata inosservata. Il numero due di palazzo Trissino varca i cancelli della Ederle 2 senza il segno di riconoscimento dell'amministrazione; quella fascia tricolore che è stata ereditata dal sindaco Achille Variati, in ferie e quindi distante dall'insediamento militare. Una dimenticanza o una scelta precisa? La risposta è presto detta. «La fascia tricolore - spiega - rappresenta l'appartenenza dell'autonomia locale allo Stato. Ma tale appartenenza si fonda sul rapporto di reciproco rispetto. Nella vicenda che ha portato alla realizzazione di questa nuova base militare, nella quale non c'entrano nulla gli americani, tale rispetto è mancato da parte di Roma nei confronti di Vicenza e delle istanze, rivendicazioni e richieste fatte nel corso del tempo dalla comunità locale. Per questo ho ritenuto di non indossare la fascia, compiendo un gesto dal significato simbolico e politico chiaro».
LE REAZIONI. La scelta non può che fare rumore. Non tanto all'interno della base ma all'esterno. I No Dal Molin applaudono la decisione ma chiedono all'amministrazione «di impegnarsi a costruire fin da subito un tavolo finalizzato alla riconversione delle servitù militari e delle altre strutture inutilizzate dai militari» mentre il capogruppo del Pdl in Consiglio, Lucio Zoppello, non ci sta. «Questa giunta vuole dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Bulgarini d'Elci doveva portare la fascia. Questa è una farsa da modesto teatrino della politica»
BASSO PROFILO. Le polemiche non investono il Del Din, dove la cerimonia prosegue senza grandi proclami. Il profilo, come anticipato, è basso. Niente fanfare e personalità di spicco. Certo, sono presenti i vertici dell'esercito statunitese in Europa ma non si vedono i rappresentanti del Governo, fatta eccezione per tre membri del Congresso e per l'ambasciatore in Italia David Thorne. Lo stesso accade dall'altra parte del palco, dove, come anticipato, sono stati posizionati gli ospiti italiani, distanti da quelli a stelle e strisce. Tra loro nessun ministro né parlamentare. Spetta quindi al prefetto Melchiorre Fallica portare i saluti delle istituzioni e cercare di ricucire uno strappo che «non deve esistere tra le due comunità».
SITE PLUTO, la storia di una servitù infinita
(di Angelo Azzalini – Assemblea Permanente “No Dal Molin – Commissione Basi”)
Site Pluto è una base sotterranea degli USA ed appare in stretto collegamento fisico con la base militare di San Rocco-Santa Tecla, sovrastante Site Pluto al vertice della collina di Longare, e con l’altro importante sito di Tormeno-Fontega, formando un unico complesso militare.
Almeno fino al 1992, ha ospitato circa 200 bombe atomiche e 1.000 kg di plutonio, a stretto contatto con il paese di Longare ed a pochi km da Vicenza, non osservando le minime condizioni di sicurezza per i Cittadini vicentini.
Lo studio, pubblicato dal Presidio Permanente con il titolo “Site Pluto, ieri, oggi, domani”, accende i riflettori sulle gallerie di Longare, luogo di Pace e di aggregazione sociale fino a che gli USA non ne fecero “il più importante deposito d’armi atomiche in Italia ed uno dei più importanti d’Europa”.
I Diritti dei Cittadini di Longare e di tutto il territorio vicentino sono stati sistematicamente violati, lasciandoli nella completa oscurità sui rischi per la loro salute derivati dalla presenza di un simile arsenale di morte.
Purtroppo, nella “democratica” Italia le questioni militari sono avvolte dall’impenetrabile coltre di almeno 9 accordi internazionali Italia-USA su cui è posto il sigillo del Segreto di Stato.
Tutto avviene sopra la testa e l’incolumità dei Cittadini; ci si occupa soprattutto di soddisfare “il complesso militare-industriale” denunciato sin dal 1961 dal Presidente americano ed eroe della guerra al nazismo D. Eisenhower.
Non è un caso che, in questi giorni, sia calato un poderoso “silenzio mediatico” su tutto l’affaire Vicenza: i Cittadini non devono sapere.
Ora l’Amministrazione Bush vuole che Vicenza diventi uno strumento di prima importanza della folle strategia di “guerra infinita” ed “esportazione della Democrazia”.
L’Italia, però, è un paese senza nemici e nessun Stato straniero minaccia i confini.
L’articolo 11 della Costituzione sancisce il ripudio della guerra e l’Italia ha firmato il Trattato contro la proliferazione nucleare (1968).
Il Governo Prodi-D’Alema-Parisi dimentica tutto questo e stoltamente segue le follie di Washington, condite di bugie e disinformazione (si veda al proposito il libro autobiografico di Tenet, ex capo della CIA, che svela le criminali menzogne con cui si fabbricarono le prove per attaccare l’Iraq).
D’altro canto, come affermava profeticamente Eisenhower tutti noi Cittadini “... non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che alcun diritto sia dato per garantito.”
IL PASSATO
Site Pluto era al servizio della strategia di generali che prevedevano l’uso di armi atomiche nella nostra pianura Padana per ostacolare un ipotetico invasore: mine atomiche da porre su ponti e strade, proiettili d’artiglieria e missili, anch’essi atomici da sparare nel Triveneto.
Si sapeva che le nostre frontiere orientali erano fragili e che avrebbero resistito pochi minuti.
Si accettava perfino che il 92% dei nostri giovani soldati di leva, fanti ed alpini, fossero destinati alla morte anch’essi in poco tempo, solo per rallentare il nemico e dare il tempo di preparare le bombe atomiche.
Si accettava di lanciare le bombe di Site Pluto sulle nostre case e sulla nostra terra.
Il cinismo criminale del complesso militare-industriale non ha mai avuto dei limiti.
Le bombe atomiche di Site Pluto erano tutte estremamente insicure. Il Senatore Ted Kennedy chiese che cosa bisognasse fare per portarle ad un “accettabile livello di sicurezza”. Gli esperti gli risposero che come minimo non andavano trasportate in aria. Questo non impedì agli USA di usare elicotteri quando le rimossero dalle gallerie (si veda al proposito la foto di un elicottero in volo presente nel sito www.sitepluto.com con la didascalia “Last flight out of “items” from Pluto,
1992” . Si noti il termine “items”, vale a dire “articoli” per definire quegli orribili strumenti di morte che sono le bombe atomiche).
Nel 1992, Site Pluto chiuse per un paio d’anni, perché successe un incidente a qualche bomba atomica stivata in galleria con dispersione di materiale nucleare pericolosissimo.
Si hanno le prove che per due giorni grandi betoniere fecero la spola cementando l’interno di una galleria.
Le indagini delle autorità preposte alla salute pubblica furono limitate, superficiali ed approssimative.
I vertici militari risposero che non “si ravvisa la necessità di un incontro chiarificatore”.
Quel che ora noi vediamo sono le conseguenze catastrofiche sulla salute dei Cittadini, evidenziate da accurati studi scientifici (la tesi di Laurea di Roberta Toniolo e lo studio del Distretto Sud-Est).
Essi riportano dati agghiaccianti sulla mortalità da tumore nell’ULSS N.6 nell’ampio periodo temporale tra il 1990 ed il 2003.
Li riassumiamo:
- La mortalità per leucemia e tumori linfatici (malattie strettamente legate alle radiazioni) nell’ULSS N.6 è di 21,9 casi ogni 100.000 abitanti. In Italia, nello stesso periodo, è di 4-5 ed in Veneto 4-6;
- La mortalità per tumore nell’ULSS N.6 è 256-257 casi ogni 100.000 abitanti. In Italia è di 118-146 ed in Veneto di 123-165;
- Si muore un po’ di più per tumore nei Distretti di Vicenza, Est e Sud-Est, un po’ meno nel Distretto Ovest. Ci chiediamo: è un caso la coincidenza con l’ubicazione dei siti militari USA?;
- Tra il 1990 ed il 1999 a Longare si sono verificati 24,8 casi di decesso per tumore al fegato per ogni 100.000 abitanti e 30,2 per leucemia e tumori linfatici. Queste malattie sono dovute entrambe all’effetto delle radiazioni (il tumore al fegato, oltre che da infiammazioni croniche, anche da contatto con il plutonio, l’ingrediente delle bombe atomiche).
IL PRESENTE ED IL FUTURO
Realizzando lo studio “Site Pluto, ieri, oggi, domani” si è compreso che questa base è strettamente legata ed interconnessa con tutti i lavori che interessano le basi USA del territorio vicentino.
Vicenza è considerata un “valore duraturo” dai responsabili militari USA.
Da questa “Base Operativa Principale” possono partire spedizioni militari in Africa ed in Medio Oriente entro 36 ore.
Il complesso militare-logistico è ideale:
- una città occidentale sicura, finora ospitale e con buone infrastrutture in cui i soldati possano ritemprarsi prima e dopo le battaglie (Vicenza) con un ospedale psichiatrico per le cure dei reduci (si parlava di Montecchio Precalcino);
- una grande base consolidata nel territorio da decenni (Ederle);
- un aeroporto d’appoggio non grande ma in area urbana (Dal Molin);
- un quartiere dormitorio a pochi minuti dalla Ederle (Quinto Vicentino);
- un deposito sotterraneo immenso protetto da strati di roccia e cemento in cui stoccare armi e veleni, con un centro di intelligence che resisterebbe anche ad un attacco atomico (Longare-Tormeno);
- un’area per esercitazioni ed addestramento delle truppe tranquilla ed adiacente alla base in cui sparare senza vincoli, sperimentando nuove armi (S. Rocco di Longare);
- un aeroporto di grandi dimensioni dotato di armi nucleari a poca distanza, vero trampolino di lancio per ogni azione della 173 Airborne (Aviano);
- un secondo aeroporto anch’esso dotato di armi nucleari a poca distanza (Ghedi-Torre);
- il tutto sotto la coperta protettiva di un segreto militare impenetrabile.
Da circa 7 mesi si assiste ad una profonda ristrutturazione di Site Pluto, Fontega-Tormeno e San Rocco-Santa Tecla che va di pari passo con il progetto Dal Molin, l’ampliamento della Caserma Ederle ed il prospettato villaggio residenziale di Quinto. E’ una strategia che vuole trasformare Vicenza in una città che esporta morte e distruzione in lontane contrade del nostro pianeta, seguendo il folle progetto della guerra infinita e dell’esportazione della democrazia. Il 28 febbraio 2007 il Senatore a vita Francesco Cossiga, ex-Presidente della Repubblica (quindi, teoricamente, difensore della Costituzione della Repubblica) e per sua stessa definizione “guerrafondaio”, ha avuto la bontà di informarci dell’esistenza del piano “Punta di Diamante” che prevede l’utilizzo della 173 Brigata Airborne americana come “strumento del piano di dissuasione e di ritorsione anche nucleare”. Negli ultimi anni, la NATO ha mutato la sua destinazione originaria di patto difensivo per divenire strumento di offesa. Questa “mutazione genetica” sta generando numerosi imbarazzi al trio Prodi-D’Alema-Parisi in Afghanistan, luogo in cui l’Italia sta combattendo una guerra vera. Sul campo si combatte, mentre le più alte cariche dello Stato (in prima fila il Presidente Napolitano) straparlano di “guerra umanitaria” (due parole opposte ed inconciliabili) e di guerra intrapresa nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione. La realtà è molto più oscena e volgare. Il Governo Prodi si è affrettato a soddisfare gli appetiti del complesso militare-industriale italiano, che fattura la colossale cifra di 10 miliardi di Euro all’anno ed esporta la morte in ogni parte del mondo.
Al pio Prodi non ha fatto certo velo la lettura del Vangelo quando ha aumentato del 13% gli stanziamenti per armamenti o quando ha dato, da un paese estero e senza aspettare nemmeno di tornare a casa, l’ O.K. all’Ambasciatore USA per il Dal Molin, trampolino di lancio per ogni futura distruzione. In questo contesto è inserito Site Pluto (o Comm Site, seguendo l’attuale denominazione), centro nevralgico di telecomunicazioni e stoccaggio d’armi e veleni. Contro questo disegno che non ci appartiene combattiamo, con la forza di un movimento non-violento e la determinazione della ragione. Noi oggi raccogliamo l’eredità del gruppo “Presenza Longare” che da 20 anni ogni domenica alle 10.00 percuote, con il silenzio e la forza morale della Pace e della Dignità, la prepotenza incivile e barbara dei distributori di morte che stanno oltre i fili spinati, le recinzioni ed i minacciosi cartelli di Site Pluto. Con “Presenza Longare” camminiamo insieme per aprire la strada ad un mondo più giusto, libero dalla paura e dall’ignoranza.
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